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Il caso

Più fondi alla lotta antizanzare: nonostante il West Nile a Torino fermi dal 2001

La Regione chiede al ministero di attingere al Fondo Sanitario Nazionale, Riboldi: "un tema sanitario non più rinviabile"

zanzara tigre

Una zanzara tigre

A pochi giorni dall'annuncio che la "Febbre del Nilo" - il virus West Nile - ha colpito Moncalieri, la Regione si muove in direzione dell'aumento dei fondi per la lotta alle zanzare per prevenire malattie trasmissibili proprio dal fastidioso insetto estivo.

"Un tema sanitario non più rinviabile", ha affermato l'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che questa mattina ha annunciato la richiesta fatta al Ministero della Salute, di utilizzare il Fondo Sanitario Nazionale per la lotta alle zanzare.

Al momento, lo stanziamento regionale è di 7,5 milioni di euro sul triennio 2023-2025. Un investimento che prevede il co-finanziamento, per il 50% della spesa, dei progetti urbani presentati dai Comuni.

A Torino la spesa è ferma dal 2001. Sono 40mila euro i fondi comunali oggi dedicati alla prevenzione e alla lotta alle zanzare. E con il cofinanziamento arrivano a 80mila. Un caso sollevato qualche settimana fa in Consiglio comunale dal consigliere radicale Silvio Viale, che ne chiede, dopo ben 24 anni, il raddoppio. "Oggi il Comune spende 9,3 centesimi a cittadino", denuncia Viale in un'interpellanza mossa nei confronti dell'assessore all'Ambiente Francesco Tresso. "Passando ad 80mila, la cifra finale, grazie alla Regione sarebbe di 160mila. Non basterebbero, ma è già qualcosa", afferma Viale.

Per il momento, a meno che la "Febbre del Nilo" non inizi a farsi sentire in modo più prepotente, si esclude un aumento dei fondi: "Lo valuteremo insieme ad Ipla", replica velocemente, ma con poca convinzione, Tresso. L'aumento deve fare i conti con "le esigenze di bilancio", aggiunge.

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