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AGRICOLTURA & TURISMO

Piemonte, l’oleoturismo cambia volto: definite le regole per la raccolta amatoriale delle olive

L’intesa tra Ispettorato del lavoro e Città dell’Olio trasforma l’esperienza nei campi: educativa, breve, senza fini produttivi

Piemonte, l’oleoturismo cambia volto: definite le regole per la raccolta amatoriale delle olive

Il Piemonte fa un passo deciso verso la valorizzazione dell’oleoturismo, con nuove regole che rendono più accessibile – e al tempo stesso più sicura – la raccolta turistica delle olive. È stato firmato infatti un protocollo d’intesa tra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’Associazione nazionale Città dell’Olio, che stabilisce criteri precisi per permettere ai visitatori di partecipare alla raccolta, senza però trasformare l’esperienza in un’attività lavorativa.

L’accordo arriva in un momento di crescente interesse per l’oleoturismo, una forma di turismo rurale che mette al centro la cultura dell’olio extravergine e le tradizioni a essa legate. Il Monferrato si conferma protagonista di questo movimento, con Moncalvo che resta l’unico Comune della provincia di Asti ad aderire alla rete nazionale delle Città dell’Olio.

“In Italia ci sono circa un milione di imprese olivicole e una produzione che sfiora i due miliardi di euro,” ha ricordato Michele Sonnessa, presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio. Un patrimonio economico e culturale, composto da oltre 550 cultivar, che ora potrà essere raccontato anche attraverso esperienze dirette nei campi.

Il nuovo protocollo, ha spiegato Sonnessa, rappresenta “un’altra tappa importante nel percorso verso una maggiore qualificazione dell’offerta oleoturistica.” In altre parole: turismo sì, ma ben regolato, rispettoso delle normative e soprattutto delle persone.

La raccolta turistica delle olive viene definita come un’attività partecipativa, con finalità educative, divulgative e ricreative. Non è lavoro, e quindi non è retribuita. Si svolge su base esclusivamente volontaria, per un massimo di due ore al giorno e non più di due volte alla settimana nella stessa azienda.

Chi organizza l’attività – solo aziende agricole e frantoi già attivi nell’oleoturismo – dovrà garantire la sicurezza dei partecipanti: dispositivi di protezione individuale, aree di pericolo ben segnalate, presenza costante di un referente aziendale. I turisti non potranno usare macchinari né sollevare sacchi o cassette.

Sara Zuccotto, consigliera nazionale per le Città dell’Olio in Piemonte, ha espresso soddisfazione per l’introduzione del nuovo strumento, considerandolo un supporto concreto per frantoiani e olivicoltori della regione. Ha sottolineato inoltre l’importanza di questa iniziativa nel favorire una permanenza più lunga dei visitatori, offrendo loro la possibilità di scoprire più a fondo i territori, visitare frantoi e musei, e prendere parte ad attività come degustazioni e corsi di assaggio.

Con questo accordo, l’Italia – e il Piemonte in particolare – conferma la volontà di rendere l’olio extravergine non solo un prodotto, ma un’esperienza culturale e sensoriale da vivere sul territorio.

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