Le periferie
Ci sono anfratti della periferia nord della città dove il coprifuoco è “naturale”. Al calare del sole, cioè, è meglio non andare più in giro. I motivi sono diversi. L’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti è forse il maggiore. E lascia dietro di sé una scia di criminalità e violenza inaudite. Lo segnano gli episodi degli ultimi mesi: quattro aggressioni con due accoltellamenti letali dall’inizio dell’anno. Avvenimenti che lasciano poco margine per sperare in un futuro migliore.
Eppure Barriera e Aurora sono i due quartieri più “giovani” della città. Dove l’età media è più bassa rispetto a quella cittadina (43 vs 47 anni) e dove ogni 100 giovani “solo” - si fa per dire - 144 hanno più di 65 anni (a fronte di una media di 232 over 65 ogni 100 giovani a Torino). E forse il domani di questa città si gioca proprio lì. Di questo sembra essere convinto anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo con l’ambizioso progetto di riqualificazione da circa 26 milioni di euro lungo l’asse di corso Palermo, che «dall’alto farà sembrare Barriera Broadway», aveva annunciato lo scorso 25 luglio. Un maxi-piano che si basa sulla progettazione partecipata coi cittadini. Da cui emerge la priorità: la sicurezza.
Lo sa bene Nadia Conticelli, consigliera regionale in quota Pd ed ex presidente della Circoscrizione 6. «La recrudescenza dell’utilizzo di stupefacenti è incredibile. Ma a problemi complessi bisogna rispondere con azioni complesse», spiega, definendo interventi come lo sgombero delle piscine Sempione dello scorso 10 luglio nient’altro che «una carnevalata». «Poche ore dopo era tutto come prima», aggiunge.
In effetti l’operazione “anti-degrado” portata avanti dall’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone insieme ai volontari del Servizio sociale, oltre agli effetti immediati, non sembra avere portato a un tangibile miglioramento della situazione. I residenti lo hanno denunciato con una lettera inviata al sindaco di Torino e al prefetto: «La situazione è addirittura peggiorata - spiega Benedetto, primo firmatario di una petizione che ha ormai raggiunto le 400 firme - perché se prima c’erano 7/8 pesone, adesso non si capisce più quante. I sigilli sono rotti ed entrambe le zone, sia quella coperta che quella scoperta, sono occupate. Questi luoghi dovrebbero essere per le persone e per i bambini. Di fianco c’è un campo da calcio. Le piscine vanno sgomberate e i locali abbattuti in modo che questa gente non possa tornare», chiede.
«Segno che gli slogan e i “clickday” con cui la giunta pensa di affrontare il problema - incalza Conticelli - non bastano. Avremmo bisogno di una task force, di interventi congiunti con l’Asl. La Città fa fatica a farlo da sola». Una risposta che è ancora più densa di significato a pochi giorni dalla visita del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo alla Festa dell’Unità, che per Conticelli è stata «un insulto a Torino». E in particolare alle periferie.
In quest’occasione il ministro ha detto che non avrebbe mai fatto passeggiare i suoi figli in Barriera. «Io lì ci ho cresciuto i miei. Mi sono sentita insultata come madre e cittadina. Il ministro non deve dire “attenti al coprifuoco”, ma andare al di là di corso Novara e vedere cosa c’è», attacca Conticelli.
Insomma, a detta della consigliera d’opposizione, al di là dell’atteggiamento poco costruttivo del ministro, mancherebbe dalla giunta regionale la volontà di affrontare in modo sistemico il problema.
Niente di più lontano dalla verità per Marrone. «Come Regione abbiamo due leve - replica subito -. La prima è quella socio-sanitaria, per l’azione di un tutor dell’Asl e di interventi terapeutici. La seconda è quella dell’intervento di decoro, con l’attivazione dei servizi sociali».
Dell’aspetto legato all’ordine pubblico, invece, possono occuparsene solo le forze dell’ordine. Ma solo se un percorso di recupero dell’immobile è avviato. «Altrimenti facciamo un buco nell’acqua», spiega l’assessore.
Un percorso che nel caso specifico delle piscine Sempione avviato non è. «Sono anni che il Comune di Torino, proprietario dell’immobile, ci dice che ci sarà un investimento privato sull’area. E quindi ci impedisce interventi più efficaci. Ma io - svela Marrone - ne sono dubbioso». E rimanda le accuse di «carnevalata» al mittente. «Quel che abbiamo fatto come Regione dovrebbe essere encomiabile - dice -. Nel frattempo l’area è allo stallo. Abbiamo perso i fondi Fesr (strumento finanziario europeo finalizzato allo sviluppo regionale, ndr). Il rischio adesso è quello di perdere anche quelli del Decreto Caivano bis (che prevede piani straordinari di riqualificazione urbana e sociale nei luoghi interessati da gravi episodi di criminalità minorile e degrado sociale, ndr), perché il Comune dice che “ci sarà un progetto».
C’è poi il nodo delle case popolari: se l’esponente di giunta si fa bandiera degli sgomberi (ben 75 da inizio anno) portati avanti, dall’altro, «le persone non si smaterializzano e non ci sono vere proposte strutturali per chi ha bisogno», chiosa Conticelli.
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