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il processo

In aula accusa l’ex: «Mi costringeva a prostituirmi subito dopo il parto»

L’uomo è ora accusato di sfruttamento della prostituzione e maltrattamenti. I fatti risalgono al 2017

Una donna in aula accusa l’ex: «Mi costringeva a prostituirmi subito dopo il parto»

Una donna in aula accusa l’ex: «Mi costringeva a prostituirmi subito dopo il parto»

Si erano conosciuti online, sui social network, intraprendendo una relazione. Lui aveva dei grossi problemi legati alla tossicodipendenza e in casa i soldi erano pochissimi. Per cui, per sbarcare il lunario e racimolare del denaro l’uomo non si è fatto scrupoli e ha iniziato a far prostituire la sua ex compagna. Che ha acconsentito alla richiesta. Sono quindi iniziati gli “incontri”: la donna riceveva i suoi clienti su appuntamento (le foto alla donna venivano fatte dall’ex e poi messe sui siti hard) nell’alloggio, a volte anche alla presenza dell’ormai ex fidanzato e, addirittura, dei familiari di lui. Altre volte però, il sesso a pagamento veniva fatto in strada. Terminate le prestazioni sessuali con i clienti e dopo aver ricevuto il denaro, la donna divideva i soldi con il compagno. Una situazione, questa, che è andata avanti per circa un anno, fino al 2017, e non si sarebbe fermata, un particolare questo sconcertante, neppure quando la donna è rimasta incinta di un bambino. Ieri mattina, in aula a Torino, la signora ha testimoniato nel processo di primo grado in cui l’ex compagno è accusato di sfruttamento della prostituzione e maltrattamenti. Lo ha fatto dopo otto anni da quell’incubo. «Quando ho dato alla luce mio figlio, lui mi ha immediatamente costretta a incontrare di nuovo i clienti per prostituirmi - ha spiegato la donna in aula a Torino -. Erano passati meno di quaranta giorni da quando avevo partorito».

Le cose oggi sono molto cambiate, rispetto a otto anni fa: la donna non vive più in Italia, bensì all’estero, e si è rifatta una nuova vita con un nuovo fidanzato. Mentre il bambino frutto della relazione con l’ex è stato adottato da altri genitori. In tribunale, la vittima è arrivata con il suo secondo figlio. L’uomo, in aula, ha provato a spiegare quell’anno e mezzo: «Avevamo deciso insieme che lei si sarebbe prostituita. Non l’ho mai costretta, anche se sapevo cosa faceva. Al contrario, ero io a scattarle le fotografie che pubblicava su alcuni siti di incontri».

In tribunale, ieri, la donna ha ricordato il periodo dopo la gravidanza: «Io non mi ero ancora ripresa, ma lui voleva che iniziassi subito a prostituirmi. Lasciavamo nostro figlio dalla nonna e io andavo in strada. Lui assumeva stupefacenti, ma chiedeva a me di comprargli le sostanze. Una volta, durante un brusco litigio, mi ha anche puntato il coltello alla gola. Avevo dei lividi e dei graffi, ma dicevo a tutti che mi ero fatta male da sola». I servizi sociali sono intervenuti prima ancora che la donna denunciasse l’uomo, dopo una serie di segnalazioni ricevute dai vicini di casa e da altre persone che conoscevano la coppia. Hanno portato la mamma e il bambino in una comunità, dove lei ha iniziato un percorso per lasciarsi alle spalle il passato e ha deciso di denunciare. E’ rimasta in contatto con l’ex fino al 2019. Da allora, ha deciso di interrompere ogni rapporto con quell’uomo. «Se avessi mai toccato la mia ex compagna, le avrei fatto del male in maniera seria. Invece non le ho mai fatto del male. La prostituzione? Quella è sempre stata una decisione di coppia».

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