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Automotive
29 Ottobre 2025 - 18:01
Alla vigilia della presentazione dei conti trimestrali, Stellantis accende i riflettori su Melfi: nello stabilimento lucano è partito l’assemblaggio della nuova Jeep Compass, tassello industriale che dà sostanza all’orientamento espresso dal ceo Antonio Filosa due giorni fa: "L'impegno di Stellantis con l'Italia non è in discussione" e "lo stiamo dimostrando con fatti concreti". L’impianto di Melfi, divenuto nel 2014 il primo hub produttivo Jeep fuori dal Nord America, ha avviato con la Renegade la stagione europea del marchio, estendendola poi alla Compass, inclusa la variante plug-in 4xe. Da quelle linee sono usciti oltre 2,3 milioni di veicoli Jeep; più in generale, il sito vanta oltre tre decenni di attività e 8,3 milioni di auto costruite. "Questo impianto, con i suoi oltre 30 anni di storia e 8,3 milioni di vetture prodotte ad oggi, gioca un ruolo di primo piano per le nostre attività italiane", afferma Antonella Bruno, Managing Director di Stellantis in Italia, che aggiunge: "Quello che avevamo promesso in questo impianto lo abbiamo realizzato".

Nel 2026 a Melfi arriveranno anche un nuovo modello DS e la nuova Lancia Gamma, entrambi nel segmento C-SUV, che oggi vale circa il 25% delle vendite europee, "che garantiranno un futuro importante allo stabilimento". Per il governatore della Basilicata, Vito Bardi, l’avvio della produzione "è un segnale di fiducia, di continuità e di prospettiva" per l’intero territorio lucano. La nuova Compass destinata a uscire da Melfi sarà commercializzata in 60 Paesi tra Europa, Medio Oriente e Africa, Asia, Australia e Nuova Zelanda. La scelta di localizzare qui il modello "rafforza ulteriormente l’impegno di Jeep verso una produzione europea localizzata", sottolinea il plant manager Luigi Barbieri, che evidenzia "l'automazione all’avanguardia" e "le attività che facciamo per la sostenibilità", mettendo in evidenza il ruolo strategico di Melfi nella roadmap di riduzione delle emissioni. La linea di assemblaggio ultra-flessibile consente di modulare in tempo reale il mix produttivo fino al 100% BEV, a seconda della domanda.
Sul fronte sindacale prevale un cauto ottimismo. Per la Fiom-Cgil l’avvio "è indubbiamente una notizia positiva, ma che ancora non risponde in maniera definitiva alle richieste da noi avanzate nel corso degli ultimi mesi per dare risposte concrete ad un territorio che vive da anni una profonda crisi che coinvolge oltre al sito anche tutto l’indotto", osserva il segretario nazionale Samuele Lodi. Anche la Uilm parla di "un primo segnale di speranza per il futuro dello stabilimento", ma avverte: "ci aspettiamo che Filosa traduca in fatti concreti gli impegni che si è assunto nell’ultimo incontro a Torino", dicono Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale e Responsabile del settore automotive.
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