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Il caso
06 Dicembre 2025 - 18:45
Alessandro Barbero (Fonte Instagram)
«Gli spazi salesiani sono concepiti come ambienti educativi. Le proposte culturali devono favorire partecipazione, prossimità e modalità di confronto chiare e contestualizzate. Alla luce dell’identità del Teatro e dei criteri con cui vengono accolte le iniziative culturali, è stato ritenuto opportuno non procedere con lo svolgimento dell’evento». Con questa nota l'Oratorio Salesiano San Francesco di Sales motiva l'annullamento dell'incontro previsto per il 9 dicembre presso il Teatro Grande Valdocco dal titolo: “Democrazia in tempo di guerra”. Occasione che avrebbe visto sul palco alcune figure di spicco del mondo intellettuale e mediatico piemontese: il docente Angelo D’Orsi, lo storico Alessandro Barbero, Marco Barbero, Luciano Canfora, ma anche Carlo Rovelli, Alessandro Di Battista, Moni Ovadia, Marco Revelli ed Enzo Iacchetti. Infine la capogruppo in Consiglio regionale di Alleanza Verdi Sinistra Alice Ravinale, che ha già espresso la propria disponibilità a trovare un luogo alternativo per lo svolgimento dell'evento.
L’Oratorio precisa che lo stop «non esprime alcuna valutazione sui temi o sulle opinioni collegate all’iniziativa», ma riguarda esclusivamente l’utilizzo degli spazi. I Salesiani hanno comunicato di aver esercitato il diritto di recesso dalla scrittura privata sottoscritta il 30 novembre.
La cancellazione arriva dopo le polemiche che avevano investito, lo scorso 10 novembre, un altro appuntamento legato al docente D’Orsi: l’incontro “Russofobia, russofilia e verità” (anche in quest'occasione assieme a Di Battista), poi spostato a causa delle reazioni politiche e istituzionali seguite all’annuncio della partecipazione del giornalista Vincenzo Lorusso, contestato per presunti legami con ambienti filorussi.
D’Orsi ha diffuso un comunicato molto duro, parlando di «deriva illiberale» e ventilando la possibilità di «iniziative legali». Il docente ha inoltre annunciato che l’incontro sarà riprogrammato in una data e in una sede alternativa; per il 9 dicembre è stato convocato anche un presidio in piazza Palazzo di Città.
«Una volgarità - secondo Canfora - che a Torino si ripete per la seconda volta, dopo il caso del Polo del ’900. In quell’occasione ci fu una catena di comando per cui Picerno chiama il sindaco di Torino e l’incontro sulla russofobia non si fa», accusa. «Se la smettessimo di fare giochi di censura, forse vivremo un po’ meglio», conclude infine.
Nel frattempo, gli organizzatori del Circolo Arci La Poderosa — già promotori di altri appuntamenti con D’Orsi e ospiti critici verso le posizioni occidentali sul conflitto russo-ucraino — hanno confermato la disponibilità a valutare nuove date.
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