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l’economia delle famiglie
15 Dicembre 2025 - 06:16
Badanti e colf costano ai piemontesi 600 milioni di euro. «Ma le irregolarità sono ancora troppe»
Quanto costano colf e badanti alle famiglie piemontesi? Più di 600 milioni di euro l’anno.
Le cifre arrivano dal rapporto annuale sul lavoro domestico, arrivato alla 7ª edizione, promosso da Domina, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico e spiegano meglio di ogni altra cosa come pesi il lavoro degli aiutanti domestici sull’economia delle famiglie piemontesi e non solo. Per la precisione, nel 2024 si è registrata una spesa complessiva di 609 milioni di euro, che ha contribuito a generare un valore di circa 1,3 miliardi di euro sul Pil. Una cifra in linea con quelle degli anni precedenti: per fare un paio di esempi, nel 2022 erano stati 623 milioni, nel 2018 erano 608. Sempre nel 2024, i lavoratori domestici regolarmente assunti sono stati 62.013, con una lieve maggioranza di badanti, che rappresentano poco più della metà del totale.
Come prevedibile, il lavoro domestico in Piemonte è caratterizzato da una marcata presenza femminile, che rappresenta addirittura oltre il 92% degli occupati, e di stranieri, che sono più di due terzi del totale. Tra questi, il gruppo più numeroso proviene dall’Europa dell’Est, che da solo rappresenta quasi il 40%. E non sorprende neanche il fatto che a rivolgersi a loro siano soprattutto gli anziani: tra i 66.456 datori di lavoro, l’età media è intorno ai 70 anni e si tratta quasi esclusivamente di italiani (gli stranieri sono il 3,9%). Per quanto riguarda la spesa, ogni nucleo familiare sostiene in media un costo pari a 9.161 euro.
Dai dati provinciali, a Torino si contano 8,7 colf ogni mille abitanti (a fronte di una media piemontese di 7,3) e 8,9 badanti ogni 100 anziani, rispetto agli 8,3 del resto del territorio. Numeri destinati inevitabilmente a salire nel corso degli anni: secondo lo scenario elaborato dall’Istat, entro il 2050 la popolazione degli over 80 aumenterà di ben il 46%, passando dall’attuale 8,9% al 14% del totale. E inevitabilmente aumenterà il numero di coloro che avranno bisogno dell’opera di badanti e colf.
Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, pone l’accento sui problemi della categoria: «I dati nazionali evidenziano il divario fra regolarità dichiarata e regolarità percepita e come restino tra le principali criticità il ruolo degli straordinari come “zona grigia” dei rapporti e l’uso sbagliato di forme retributive in natura, come vitto, alloggio o rimborsi. Oltre a questo, rispetto al 2022, si riscontra che i diritti dei lavoratori, come ad esempio il riconoscimento della tredicesima, le ferie pagate, i giorni di malattia eccetera, sono meno tutelati».
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