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La classifica

La Sala Rossa chiude i battenti del 2025: i consiglieri “top” e i “flop” dell’anno

I numeri dei 12 mesi: oltre mille interpellanze e 570 commissioni lì dove si discute del futuro della città

La Sala Rossa

La Sala Rossa

E’ quasi tempo per gli inquilini di Palazzo civico di chiudere i lavori del Consiglio comunale e mettere da parte i faldoni di atti, mozioni e interpellanze, almeno fino al prossimo anno. Quella di lunedì prossimo, infatti, sarà l’ultima convocazione dell’anno. Attesissima anche perché sarà l’occasione delle prime comunicazioni ufficiali del sindaco di Torino Stefano Lo Russo a valle dello sgombero di Askatasuna, avvenuto giovedì scorso. Ma se c’è chi non se n’è perso uno di Consiglio, c’è anche chi la via per la Sala Rossa l’ha quasi dimenticata. E il bilancio delle presenze del Consiglio comunale di Torino nel 2025 racconta una politica locale a due velocità: stakanovisti instancabili da una parte, grandi assenti dall’altra.

I “buoni”

In pole position c’è Silvio Viale, ma solo perché è capogruppo dei Radicali (e soprattutto di se stesso). Quasi 50 anni di “militanza” nel mondo politico che non hanno smorzato il suo entusiasmo. Ben 647 presenze tra Consiglio e commissioni. Tra apparizioni di fantasmi, burlate e persino qualche pennichella, sulla carta Viale è il più attivo della schiera. Seguito dalla consigliera di Torino Bellissima Silvia Damilano (573) e il capogruppo del M5S Andrea Russi (561). Ma anche qui la classifica è un po’ snaturata dal “gruppi piccoli”. La percentuale complessiva di presenze si attesta all’89%, con una partecipazione media di 40 sedute per ciascun consigliere. Sono sette gli eletti che hanno fatto registrare una presenza totale in aula: Simone Tosto (Pd), recordman per il consiglio e le commissioni che gli sono state affidate, Emanuele Busconi (SE), Claudio Cerrato (Pd), Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ed Enzo Liardo (FdI), oltre ai già citati Andrea Russi e Silvio Viale.

I “cattivi”

Sul fronte dei più assenti invece, il fanalino di coda è l’eurodeputato meloniano Giovanni Crosetto, nipote del ministro della Difesa Guido, con 8 presenze totali, seguito dal capogruppo di Torino Bellissima e imprenditore dell’enogastronomia di Torino Paolo Damilano, fermo a 11. Tra i meno presenti segue poi il sindaco Stefano Lo Russo (26 presenze), anche, ma non solo, per il lungo elenco di impegni istituzionali e l’onorevole e consigliera della Lega Elena Maccanti (31).

Il duro lavoro in Aula

Nel corso dell’anno sono state approvate 90 deliberazioni (erano 80 nel 2024), 70 mozioni e 28 ordini del giorno; 36 comunicazioni concesse, contro le 19 dell’anno precedente. Le interpellanze discusse sono state 634, su oltre mille complessive. Le commissioni consiliari si sono riunite 571 volte, mentre si sono svolti 12 diritti di tribuna, con 8.552 firme raccolte a sostegno delle petizioni.

Record di visite

Nella consueta conferenza stampa di fine anno del Consiglio comunale la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha evidenziato «il nuovo record di visite a Palazzo Civico, che hanno superato quota 7.500 visitatori», e «l’aumento delle intitolazioni toponomastiche a figure femminili, 41 contro 25 maschili». Proseguono inoltre i tour guidati nei luoghi comunali diventati set cinematografici: nel 2025 hanno partecipato 250 persone. «Il prossimo anno – ha spiegato Grippo – mi piacerebbe replicare l’esperienza, raddoppiando i sabati di apertura». A sottolineare il valore dell’attività consiliare è stata la vicepresidente Ludovica Cioria: «C’è stato un lavoro intenso, corale e collettivo. Troppo spesso diamo per scontate le istituzioni, che invece svolgono un lavoro quotidiano e certosino di cucitura tra Stato e cittadini». Sul ruolo delle opposizioni è intervenuto il vicepresidente vicario Domenico Garcea, ricordando che oltre 600 interpellanze su più di mille provengono proprio dalle minoranze. «È la testimonianza concreta – ha osservato – di un lavoro quotidiano di ascolto e monitoraggio delle esigenze della città, non di un’opposizione sterile ma di un contributo reale al miglioramento dell’attività amministrativa». Il 2026 sarà anche un anno “pre-elettorale”. «L’auspicio - osserva Garcea - è che, pur nel legittimo confronto politico, si continui a lavorare nell’interesse dei torinesi».

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