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Il tribunale di Torino condanna il Ministero: deve rimborsare i sindacati della penitenziaria

La decisione al termine di una causa per la presunta condotta antisindacale del Provveditorato regionale per il Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta

Il tribunale di Torino condanna il Ministero: deve rimborsare i sindacati della penitenziaria

Il tribunale di Torino condanna il Ministero: deve rimborsare i sindacati della penitenziaria

Il tribunale di Torino ha ordinato al Ministero della Giustizia di rimborsare, ai sindacati di polizia penitenziaria, le spese di lite al termine di una causa per la presunta condotta antisindacale del Provveditorato regionale per il Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. La giudice Francesca Marchese ha preso atto della cessazione della materia del contendere (il decreto che era stato contestato dai sindacati è stato annullato prima della sentenza) ma, a differenza di quanto chiesto dal Ministero, ha applicato il principio della "soccombenza virtuale" e ha ordinato all'amministrazione di versare circa 2.400 euro. La causa aveva preso le mosse dopo un ricorso di Osapp, Sappe, Uilpa e Uspp. Al Provveditorato si contestava l'adozione di un decreto, lo scorso maggio, di riorganizzazione del lavoro: i ricorrenti avevano affermato che non erano state rispettate le procedure di contrattazione decentrata e che in sede di esame congiunto erano state invitate anche sigle sindacali di altri comparti.

Il Ministero ha difeso la correttezza dell'operato dell'amministrazione. L'Osapp sottolinea che il decreto è stato ritirato solo dopo il ricorso, quando è stata attivata la procedura di mediazione davanti alla Commissione paritetica: «In questa sede è stata accertata la non correttezza della procedura. Siamo state costretti ad agire - spiega il sindacato - per vedere rispettate regole elementari di legalità di corrette relazioni sindacali a causa di un atteggiamento ostruzionistico e autoritativo del provveditore, che ha ignorato deliberatamente il confronto. Quando i diritti vengono calpestati, noi non ci nascondiamo e ci mettiamo la faccia. Sempre nell'esclusivo interesse della polizia penitenziaria». L'Osapp «chiede all'amministrazione centrale di intervenire con decisione in modo che simili prassi non si ripetano e sia garantita una vera e leale collaborazione con le rappresentanze sindacali».

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