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GIORNO DELLA MEMORIA

Sport e totalitarismi, i poster degli studenti in mostra tra università e metro

I lavori prodotti dagli istituti Albe Steiner e Bodoni-Paravia di Torino e Piero Martinetti di Caluso

Sport e totalitarismi, i poster degli studenti in mostra tra università e metro

In occasione della “Giornata della Memoria” è stata inaugurata la mostra “Sport e totalitarismi”: si trova nel Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne dell’Università di Torino che ha dato il via all’iniziativa in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Gtt, il Cus Torino, la Fondazione Vera Nocentini, AFLab. tre istituti specializzati in grafica (Albe Steiner e Bodoni-Paravia di Torino, Piero Martinetti di Caluso) 5 classi e circa 100 studentesse e studenti hanno partecipato a un percorso di sensibilizzazione e scoperta di atleti le cui storie sono legate al periodo del nazi-fascismo.
Le norme razziste, emanate a quei tempi, portarono all’esclusione dei cittadini ebrei dalla pratica sportiva in circoli, club e competizioni. Molti atleti furono deportati nei campi di sterminio. Delle 24 opere prodotte, dieci sono state selezionate per esser esposte nell’attimo della fermata metropolitana Marconi. Tutti gli elaborati sono invece diventati parte della mostra presso il Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne UniTo. «Occasione importante per contribuire a costruire una società più inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti attraverso il ricordo», ha dichiarato Serena Lancione, amministratore Delegato di Gtt.

Tra gli atleti raffigurati spiccano il calciatore Vittorio Staccione, il pugile Leone Jacovacci, la tennista Nelly Neppach ed il pesista Ben Helfgott. Gli studenti hanno accolto con entusiasmo il progetto. «Noi abbiamo scelto un pugile perché è simbolicamente perfetto per descrivere la lotta: inoltre abbiamo corredato con testi in più lingue perché la nostra città oggi è multietnica» hanno raccontato Francesco e Valentina mentre mostrano il loro lavoro dal titolo “Libertà non oppressione”. Nonostante la giovanissima età dei partecipanti, la ricorrenza è molto sentita tra gli studenti. «Mio nonno conosceva bene la storia di Staccione. Mi ha raccontato tanto, è stato bello!» è il ricordo di Viola. Antonio Saraceno, professore di inglese presso lo Steiner, si è dichiarato orgoglioso: «Siamo fieri dei nostri ragazzi. È importante oggi ricordare che l’apprendimento passa attraverso il “fare”».

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