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CIBO & ECONOMIA
12 Marzo 2025 - 22:40
Immagine di repertorio
Dopo anni di calo costante nei consumi di frutta e verdura e un 2023 che ha segnato il minimo storico, il 2024 porta un primo segnale di stabilizzazione. Secondo il Report 2024 di CSO Italy, per la prima volta da tempo i volumi acquistati dalle famiglie italiane non subiscono un'ulteriore contrazione, un dato che potrebbe indicare un cambio di tendenza nel settore ortofrutticolo.
Le abitudini di acquisto, però, stanno evolvendo. Se la generazione più anziana continua a privilegiare il consumo di prodotti freschi, i più giovani adottano comportamenti meno lineari. Cresce la ricerca di cibi salutari, ma si afferma anche la preferenza per soluzioni pratiche come prodotti trasformati o già pronti, spesso considerati più comodi rispetto a frutta e verdura da preparare. Inoltre, la percezione del prezzo incide sulle scelte: in un contesto di attenzione crescente alla spesa, molti consumatori vedono l’ortofrutta fresca come un’opzione più costosa rispetto ad altri alimenti. Di conseguenza, la spesa per frutta e verdura incide solo per il 4,1% sul totale destinato agli acquisti alimentari.
Sul fronte della frutta, il 2024 conferma le difficoltà del 2023, ma senza ulteriori crolli. I volumi acquistati rimangono stabili, mentre la spesa segna un incremento del 3%, dovuto principalmente all’aumento dei prezzi. Per gli ortaggi la situazione è simile: i consumi restano pressoché invariati, ma il valore degli acquisti cresce dell’1,5%.
La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) continua a dominare il mercato, con 4,13 milioni di tonnellate vendute, in crescita del 3% rispetto al 2023. Tra i vari canali, i supermercati restano il punto di riferimento principale, con 2,43 milioni di tonnellate (+2%). Anche i discount vedono una crescita significativa (+7%), segno che i consumatori cercano sempre più convenienza. Al contrario, i canali tradizionali, come mercati rionali e negozi specializzati, perdono terreno.
Un altro cambiamento riguarda il formato d’acquisto: il cosiddetto "peso fisso", ovvero i prodotti confezionati con un prezzo predefinito, sta guadagnando spazio rispetto al "peso variabile", in cui il costo dipende dal peso effettivo della merce. Nel 2024, il peso fisso rappresenta ormai il 39% del totale degli acquisti, segnando una crescita di due punti percentuali rispetto all’anno scorso e otto punti dal 2020.
Per quanto riguarda i singoli prodotti, si registrano cali negli acquisti di mele, arance, pesche, kiwi e fragole, mentre crescono le vendite di banane, pere, nettarine e meloni. Sul fronte degli ortaggi, flessione per patate, insalate, asparagi e radicchi, mentre pomodori, carote e zucchine mostrano una performance positiva. Il biologico segna una lieve crescita.
Nonostante la stabilizzazione, i dati non sono ancora un segnale di ripresa. «Non possiamo illuderci – avverte la direttrice di CSO Italy, Elisa Macchi – perché il livello dei consumi resta basso. La spesa complessiva continua a salire a causa dell’ulteriore aumento del prezzo medio, che nel 2024 ha toccato un nuovo record. La vera sfida sarà riuscire a invertire questa tendenza e riportare i consumi su una traiettoria di crescita sostenibile».
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