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e-bike
06 Luglio 2025 - 16:15
Sfrecciano come scooter, ma si spacciano per biciclette. Sono le e-bike modificate, sempre più diffuse tra i rider delle consegne a domicilio. Nella sola Milano, i carabinieri del Nucleo Radiomobile – in collaborazione con il Ministero dei Trasporti – hanno dato il via a una vasta operazione di controllo, la prima del genere su scala nazionale. Il bilancio è impressionante: 54 biciclette a pedalata assistita sequestrate, pari a quasi l’80% di quelle controllate, e oltre 200 contravvenzioni, per un valore complessivo di più di 400mila euro.
L’obiettivo dei controlli è quello di garantire la sicurezza stradale, soprattutto in un momento in cui il boom di vendite delle e-bike ha portato con sé anche un aumento preoccupante degli incidenti. «La finalità di questi controlli è unicamente quella di garantire la sicurezza degli utenti, non solo dei conducenti di veicoli ma anche dei pedoni», spiegano dal comando.
Il problema principale? Molti dei mezzi non rispettano affatto i limiti di legge: una bici elettrica, per essere omologata come tale, deve avere l’assistenza del motore solo durante la pedalata e non superare i 25 km/h. Ma la realtà è ben diversa: le modifiche clandestine permettono di raggiungere velocità impensabili. Il caso record si è verificato con una ebike, trasformata in un vero e proprio ciclomotore elettrico, che si è scoperto potesse viaggiare fino ai 70 km/h.
Durante i controlli, le forze dell'ordine hanno verificato la presenza della targa, copertura assicurativa, regolarità della patente e altri elementi previsti dal codice della strada. Nei casi più gravi si è proceduto con il sequestro e la confisca del mezzo.
Un’operazione che mette in luce una realtà ormai sotto gli occhi di tutti, soprattutto nelle grandi città: quello delle e-bike è un settore in rapida espansione, ma ancora troppo spesso fuori controllo. E a pagarne le conseguenze sono non solo i rider, ma anche i pedoni e gli automobilisti che ogni giorno condividono le strade con questi mezzi sempre più veloci e sempre meno “bici”.
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