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IL BLITZ

VIDEO - Nel covo degli anarchici c'era un arsenale: ecco cos'ha trovato la polizia

L'interno dell'ex Lavatoio era pieno di attrezzature per le manifestazioni

Scudi in plexiglass, caschi, torce di segnalazione nautica, diverse batterie di razzi, decine di petardi e fumogeni. E ancora: fionde, liquido infiammabile, bastoni e maschere antigas. E' il vero e proprio arsenale sequestrato dalla Digos della questura di Torino, che stamattina ha sgomberato il centro sociale ex Lavatoio municipale, occupato da anni in corso Brin 21. Che ora è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Gli investigatori non hanno trovato nessuno all'interno dell'immobile di proprietà del Comune, ritenuto la base logistica dell'area più dura del movimento anarchico, quella che aveva creato violenti disordini durante la manifestazione del 4 marzo 2023, in solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis. Per quelle violenze sono state eseguite, lo scorso aprile, 19 misure cautelari e ci sono 75 persone indagate, con accuse per devastazione e violenza a pubblico ufficiale aggravata. Una guerriglia urbana che, a quanto pare, sarebbe riconducibile proprio ai militanti dell'ex Lavatoio. Ne sarebbe riprova tutto il materiale sequestrato questa mattina, tra cui anche delle ricetrasmittenti che sarebbero state utilizzate dagli antagonisti per coordinarsi durante i disordini durante la manifestazione di un anno e mezzo fa.

Nello stabile comunale sono spuntate anche scritte nei confronti delle forze dell'ordine e non solo: "Più Digos e Ros morti e pure un pm" e "Se Gaza brucia, Torino esplode". Dopo lo sgombero una ventina di anarchici ha manifestato bloccando il traffico per pochi minuti nel quartiere, arrivando fino in piazza Baldissera. Poco dopo è arrivato anche il commento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che sul social X ha scritto:

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