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Ammazza il rivale in piazza, fugge e si pugnala al cuore

Torna a scorrere il sangue a Porta Palazzo, cuore della vecchia città, oggi casba per migliaia di stranieri, regolari e non e un tempo crocevia delle bande della mala. Un altro delitto, efferato, è avvenuto dove durante la mattina vengono allestiti i banchi del mercato. Un magrebino di 65 anni, Abdellah Masrare, regolare in Italia e che abitava da solo in un piccolo alloggio in Barriera di Milano, è stato colpito a morte con due fendenti ed è crollato a terra, poi si è rialzato per per sdraiarsi su una panchina di pietra alle spalle del mercato coperto. Lì è deceduto. A colpirlo, un connazionale, trovato sanguinante un’ora dopo, alle 19, sotto i portici di piazza Statuto. Un gesto estremo, un tentato suicidio dovuto al rimorso, oppure un tentativo maldestro per giustificare il suo gesto: «Non sono stato io a colpire per primo», e così l’omicidio non sarebbe altro che una reazione per legittima difesa. I testimoni hanno riferito che prima di pugnalarsi al cuore, abbia gridato: «Ho sterminato tutta la mia famiglia». Successivi accertamenti a casa dell’uomo, però, non hanno portato al ritrovamento di altri cadaveri: «Nella sua casa, in via Maddalene - conferma la polizia - non c’era nessuno». Il killer abitava nella stessa via della vittima e, allo stato dei fatti, non si esclude il legame di parentela. Cosa sia accaduto lo stabiliranno gli investigatori della squadra mobile della questura che per ora non possono interrogare l’autore del delitto, ricoverato alle Molinette in prognosi riservata, perché il pericolo non è stato scongiurato. Torna a scorrere il sangue a Porta Palazzo dopo neppure quattro mesi. Lo scorso 25 maggio, infatti, le grida di una donna avevano attirato alcuni poliziotti fuori servizio che parlavano tra loro in un bar di piazza della Repubblica. A terra c’era un uomo in una pozza di sangue: Fu Pindi, 45 anni, cinese. Gli agenti si erano messi a caccia dell’assassino e l’avevano trovato poco distante: Zhu Songhai, 54 anni, cinese pure lui, era nascosto dentro al furgone del banco a fianco. Tra i due ambulanti, entrambi vendevano scarpe, le liti erano all’ordine del giorno e sono culminate nel delitto. Così anche ieri pomeriggio. I due si sono messi a discutere, probabilmente per una questione di soldi, solo pochi euro. Con loro altri due nordafricani che hanno assistito a tutte le fasi del fatto delittuoso: dalla lite all’accoltellamento mortale. Entrambi sono stati sentiti dagli investigatori, ma le loro dichiarazioni, contraddittorie, non hanno per ora permesso di chiarire la vicenda.Erano completamente ubriachi come, si sospetta, lo fossero anche la vittima e il suo carnefice. Per chiarire la dinamica dei fatti, la polizia ha acquisito i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza della piazza che saranno analizzati nella giornata di oggi.

https://www.youtube.com/watch?v=CNiOWr3HX-I

 
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