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Start up & Fintech
20 Luglio 2024 - 08:20
Possiamo fidarci di una azienda? Per investirci, lavorarci insieme. Prevedere l’andamento di una qualunque realtà, fra mercati e ordinarie fluttuazioni, è difficile ma fondamentale. E anche per chi la amministra può essere necessario uno sguardo diverso, anche da quello degli analisti. A Torino c’è una start up - che ormai è però qualcosa giunto a uno step successivo, il termine giusto per definirà è “intelligence company” - che vuole dare queste risposte: si chiama Syrto.
Alla guida di Syrto c’è Massimo Fariello, la cui storia professionale parte dalle presse della Fiat Mirafiori per poi volare negli Stati Uniti e tornare. «Non che lavorassi in Fiat - ci spiega -, ma certo ho un ricordo magnifico di quella realtà, di quei lavoratori». Quello che faceva Fariello era insegnare l’uso dei computer e dei modelli oggi diremmo virtuali, di tutto ciò che allora era fisico, manuale, anche nella progettazione. Poi gli Usa come chief strategy officer di Altair Engineering (realtà che oggi viene stimata in 8 miliardi di dollari). Nel 2019, il ritorno a Torino. «E qui - dice Fariello - ho trovato due cose: la pandemia e l’intelligenza artificiale». La pandemia gli dà il tempo di studiare, di comprendere; il debutto dell’intelligenza artificiale, invece, gli fornisce lo spunto che porterà a Syrto. «Preferisco parlare di “machine learning”» ossia dell’autoapprendimento dell’intelligenza artificiale «che per me è una nuova matematica».
E qui arriviamo a Syrto, che usa le capacità dell’intelligenza artificiale per prevedere lo sviluppo di una azienda nell’arco dei tre anni successivi. Una analisi basata su due step: il primo, nel confronto con i maggiori competitors, paragonando le performance e inserendole in modelli che, graficamente, possono essere rappresentati come radar che seguono i voli degli aerei. Ma questo radar non segue aerei, bensì mappa tutte le aziende appartenenti a un macro-settore o all’intero mercato italiano. Attraverso l’explainability (la capacità dell’AI di spiegare in modo comprensibile un processo decisionale) dei due assi, il radar è in grado di identificare il valore intrinseco di un’azienda in base alla sua posizione e prevederne la traiettoria» spiegano da Syrto. Il secondo, interno, con stabilità finanziaria, margini di crescita, possibilità organizzativa.
Il primo passo di Syrto è a Brescia, con l’Università di Brescia e, al posto del round up di investimento, c’è un bando dell’Unione Europea da da quasi 2 milioni e mezzo di euro a finanziare la ricerca. Quello successivo è a Torino, dove c’è la sede e il team operativo composto da una decina di under 40 e under 30, che lavorano secondo una organizzazione libera e complementare. Analisti, informatici, specialisti di AI, ma anche professionalità in ambito umanistico. E a Torino è iniziata la partnership con il Politecnico: i migliori talenti nel campo dell’ateneo vengono inviati a Syrto.
A giugno, il radar di Syrto è stato immesso sul mercato e, al momento, si conta di raggiungere entro la fine dell’anno i 300 clienti, mentre il break-eaven (il punto di pareggio di bilancio) entro il 2026. Il suo radar pare dire che ce la farà... «Ma siamo solo all’inizio del viaggio», spiega il ceo Fariello.
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