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A Ivrea un carnevale da primato. Battaglia delle arance: 200 feriti [LE FOTO]

Ventimila biglietti venduti per assistere alla battaglia del Carnevale di Ivrea, un numero da primato, mentre quello dei feriti si assesta a quello delle edizioni precedenti: 200 aranceri sono dovuti ricorrere a cure mediche, venti di loro sono stati ricoverati in ospedale, uno è stato anche colto da ictus. Questi i dati della prima giornata della battaglia delle arance di una manifestazione che è tornata in grande stile dopo il forzato stop di tre anni a causa della pandemia.

Numeri nei numeri, perché la manifestazione più celebre del Canavese conta una partecipazione record, a cominciare dalle 80mila persone che sabato sera hanno assistito alla presentazione della Vezzosa Mugnania 2023 Elena Berganini in Bardus, scesa poi in piazza Palazzo di Città a braccetto del generale del carnevale, Marcello Feraudo, per lo storico corteo per le vie centrali e il lungo Dora di Ivrea. Una serata illuminata a giorno da uno spettacolo pirotecnico senza precedenti e durato per un’ora di fila.

Numeri da primato confermati, come detto, anche ieri pomeriggio durante la battaglia, benché per entrare nel centro abitato fosse necessario pagare 15 euro (10 il ridotto) per il biglietto. Nel lancio delle arance si sono confrontate nove squadre, ognuna nella sua postazione: gli Asso di Picche, la Morte, gli Scacchi, gli Scorpioni d’Arduino, i Tuchini del Borghetto, la Pantera Nera, i Diavoli, i Mercenari, i Credendari, per un totale di 47 carri da getto trascinati da cavalli, altri protagonisti del carnevale eporediese, perlopiù Frisoni, Shire, Percheron, Bretoni e Ardennesi. Animali che vengono ricoverati nel corso dell’anno nei numerosi maneggi del Canavese e addestrati agli attacchi e alla battaglia. Chi vincerà tra le squadre in gara è difficile prevederlo. Tutti i rioni sono appaiati, separati da una manciata di punti e la battaglia di martedì grasso (all’ultima arancia), sancirà il borgo vincitore.

Un altro record riguarda il numero dei lanciatori a piedi che ha superato quota 4mila, giovani, ma non solo; lanciatori che vivono a Ivrea, ma anche nei comuni vicini e un certo numero proviene (questa è una novità) anche dall’estero, dalla Francia e dalla SvizzeraLa tradizione di lanciare le arance dai balconi e dalla strada sui carri e viceversa, è nata nel Medioevo, quando i feudatari regalavano una volta l’anno una cesta di fagioli al popolo. Tale elemosina ridicola, nel tempo, portò le varie famiglie a lanciare con disprezzo i fagioli fuori dalla finestre, suscitando la reazione indignata e violenta del popolo. Affonda nella tradizione più profonda, invece, la figura di Violetta, la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua prima apparizione nel carnevale del 1858 e allora interpretata da Giuseppina Gamacchio Fumel. Violetta, giovane figlia di un mugnaio della città, sposata con Toniotto, fu trascinata nel cosiddetto “Castellazzo” per concedersi al tiranno Ranieri di Biandrate, deciso a reclamare la legge dello “ius primae noctis”. La ragazza si ribellò e con una spada tagliò la testa al suo aguzzino, esibendola al popolo dal balcone delle Rosse Torri. Al suo fianco il generale che difese Violetta dalla vendetta dei seguaci del dittatore e divenne eroe del popolo in rivolta. Ancora due giorni di festa, poi il “Carnevale della Rinascita” e del successo, sarà archiviato con il saluto che gli eporediesi si scambiano ormai da 165 anni: «Arvedze a giobia ’n bot».

(foto di Bruno Brizzi)
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