Grande folla nel
Duomo di Torino dove oggi l'
arcivescovo Cesare Nosiglia ha celebrato una
messa solenne per
commemorare Sergio Marchionne, ex amministratore delegato di
Fca,
Ferrari ed ex presidente di
Cnh Industrial, scomparso lo scorso 25 luglio.
IN CHIESA I BIG DELL'ECONOMIA Presenti in chiesa, stretti intorno alla compagna,
Manuela Battezzato, e ai familiari arrivati numerosi dall'
Abruzzo, i big dell'economia e della città, tra i quali i manager Fca, Ferrari e Cnh Industrial, insieme a tutte le prime linee dirigenziali delle società e rappresentanze degli operai di tutti gli stabilimenti delle società controllate da
Exor.
IN DUOMO I SUCCESSORI DI MARCHIONNE Oltre a
John Elkann, presidente di Exor, Fca e Ferrari, sono arrivati in Duomo i successori di Marchionne l'amministratore delegato di Fca,
Michael Manley, l'amministratore delegato di Ferrari,
Louis Camilleri, e la presidente di Cnh Industrial,
Suzanne Heywood.
ANCHE LA JUVENTUS PRESENTE Per la Juventus oltre al presidente
Andrea Agnelli e al vicepresidente
Pavel Nedved, l'allenatore
Massimiliano Allegri e il capitano
Giorgio Chiellini. Folta la rappresentanza del mondo economico e finanziario: l'ad di Unicredit,
Jean Pierre Mustier, il presidente di Brembo,
Alberto Bombassei,
Elio Catania,
Antonio Baravalle,
Marco Tronchetti Provera,
Gabriele Galateri con la moglie
Evelina Christillin,
Marco Testa,
Carlo De Benedetti, il segretario generale dell'Acea,
Ivan Hodac.
PRESENTI ANCHE GLI EX PREMIER RENZI E MONTI Ci sono gli ex di Fca
Luca De Meo e Alfredo Altavilla e uomini vicini alla famiglia Agnelli-Elkann, come
Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens. Rappresenta il governo il prefetto di Torino,
Renato Saccone; per la Regione ci sono il presidente
Sergio Chiamparino e l'assessora
Giuseppina De Santis, la sindaca
Chiara Appendino per la Città. In chiesa anche gli ex premier
Matteo Renzi e Mario Monti. Presente Jean Todt.
NOSIGLIA: DA MARCHIONNE SPRONE A NON PERDERE LA SPERANZA "A Sergio Marchionne è stato affidato un patrimonio glorioso, nel momento in cui era più gravemente compromesso. C'era bisogno non solo di risanare conti economici ma, insieme, di ricostruire il senso della 'fabbrica' in rapporto alla città che con la fabbrica era cresciuta e sulla fabbrica aveva costruito il suo destino di metropoli". Lo ha affermato l'arcivescovo di Torino, Nosiglia, nell'omelia della Messa. "Il suo lavoro, a Torino come in America, è stato per tutti
uno sprone a non perdere mai la speranza, ci ha aiutato a comprendere che dobbiamo continuamente fare i conti con la nostra storia, ma che non dobbiamo aver paura del nuovo, dell'aggiornare i nostri orizzonti; dobbiamo considerare le difficoltà come opportunità su cui scommettere, non accontentandosi mai dei risultati raggiunti ma guardando in avanti verso nuovi e ambiziosi obiettivi. E' di questa speranza che Torino oggi ha bisogno per scuotersi dalla sua rassegnazione".
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L'ARCIVESCOVO RICORDA IL "CAMMINO DELL'EMIGRATO" L'arcivescovo Nosiglia ha ricordato poi "il suo coraggio, la sua intelligenza - anche spregiudicata a volte -, il cammino della sua vita, lungo il quale ha conosciuto bene la
condizione difficile dell'emigrato. Un cammino in cui ha imparato la tenacia necessaria per guadagnarsi i suoi talenti, attraverso lo studio e il duro lavoro, facendoli poi fruttare nelle situazioni in cui la vita lo ha portato". "Quando guardiamo alla vita che conducono i ricchi e i potenti - ha detto - ci sembra sempre che essi non abbiano problemi; non siamo portati ad accorgerci dei loro drammi personali e umani. Ma poi, quando arriva una malattia incurabile, a cui segue repentina la morte, allora emerge la solitudine che ha provato anche il Figlio di Dio sulla croce, quando grida: 'Dio mio Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Dopo l'omelia, alcuni lavoratori Fca hanno letto le preghiere per Marchionne.