Affitti sempre più alti, inquilini sempre più poveri e quindi sempre più sfratti: «Ci sono 800 provvedimenti di decadenza del diritto alla casa nelle popolari della città» denuncia Antonio Nicosia, appena eletto segretario torinese di Sunia, il sindacato di assegnatari e inquilini. La sigla vicina alla Cgil ha celebrato ieri il suo congresso provinciale, oltre che i 50 anni dalla sua nascita. E la relazione di Nicosia fa affiorare il quadro di un’emergenza abitativa preoccupante: «Oggi i dati ci dicono che quasi una famiglia su dieci deve scegliere fra mangiare, scaldarsi e pagare l’affitto, comprese quelle di lavoratori e pensionati. E il problema soprattutto chi è in affitto: gli ultimi dati, connessi all’inflazione dei prezzi, ci indicano che a Torino il costo degli affitti è in aumento di circa 10%. Inoltre sono pendenti 800 provvedimenti di decadenza del diritto alla casa nelle popolari, con la morosità incolpevole che sale al 30%». Il segretario di Sunia, così come la collega della Cgil, chiede un intervento per dare maggiore potere d’acquisto a stipendi e pensioni: «La situazione è inedita quanto drammatica, si allarga sempre di più la forbice tra chi vive bene e chi è sotto la soglia di povertà» sottolinea Gabriella Semeraro. Un’altra emergenza arriva dal numero di case popolari, che a livello italiano sono il 3% del totale (contro il 30% delle media europea e punte del 40% in Olanda e in alcune zone della città di Glasgow, in Scozia). Nicosia parla di «800mila domande inevase a fronte di 1 milione di alloggi: dovrebbero essere il doppio». Il presidente di Atc abbassa il numero delle case necessarie a mezzo milione, di cui 100mila in Piemonte: «Serve un piano nazionale per la casa - riflette Emilio Bolla - S’investa per recuperare le aree industriale degradate e costruire nuovi condomini popolari. E servono più tempo e soldi per realizzare le opere previste attraverso Pnrr e Bonus 110: noi riusciamo a far partire tra i 120 e i 150 interventi sui 480 previsti proprio a causa delle scadenze e dei ritiri delle imprese, spaventate dai tempi stretti e dai rincari. Per questo speriamo che passino gli emendamenti attualmente in discussione nel decreto Milleproroghe, che dovrebbero consentire di utilizzare il Bonus per l’edilizia sociale fino al 2026». Spera in aiuti da Roma anche l’assessore comunale alle politiche sociali, Jacopo Rosatelli. Ma ci crede poco: «Ci vuole un intervento forte del Governo per aiutare i più fragili, con un ritorno a una politica dell’abitare pubblico. Al momento non c’è nulla, visto che nella legge finanziaria non è stato neanche rifinanziato il fondo per la morosità incolpevole. Speriamo che s’inver - ta la rotta, altrimenti andrà sempre peggio».
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