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Dal centro tumori all’hard su internet: «Onlyfans? Ha cambiato la mia vita»

Dal centro tumori all’hard su internet: «Onlyfans? Ha cambiato la mia vita»
Da dipendente statale con contratto a tempo indeterminato a star di Onlyfans. «Se tornassi indietro rifarei tutto», afferma Michelle Comi, torinese, diventata una star con migliaia di seguaci - e ottimi guadagni - grazie a Onlyfans, la piattaforma web che fa discutere al punto che persino il Comune di Torino se n’è occupato, in una commissione ad hoc. Onlyfans rischiosa per i minorenni torinesi? Alla nostra concittadina Michelle Comi, in realtà, ha cambiato la vita. Già influencer di Instagram, con due profili che insieme fanno 230mila followers, ora con Onlyfans Michelle guadagna ancora di più. «Lavoravo all’Istituto per tumori di Milano come impiegata amministrativa, prendevo 1400 euro al mese. Avevo solo Instagram, eppure non ero ben vista al lavoro. Ero vittima di mobbing e le mie colleghe mi guardavano malissimo». Ed è a quel punto che Michelle ha preso la decisione: cambiare vita. «Mi sono licenziata dall’ospedale e ho aperto Onlyfans. E oggi sono felice». Anche per quanto riguarda il conto in banca. «Quanto guadagno? Preferisco non dirlo, ma non è paragonabile al mio stipendio in ospedale». Addio al posto fisso e al contratto sicuro, meglio postare contenuti “per adulti” online. Tuttavia la politica torinese storce il naso, e ora pensa a una campagna di sensibilizzazione che coinvolga soprattutto le scuole. «La politica considera Onlyfans un problema? E’ assurdo, siamo nel 2023. I politici si preoccupino del gioco d’azzardo», è il pensiero di Michelle. Un pensiero in linea con quello espresso ieri, sulle pagine del nostro giornale, da Max Felicitas, attore porno considerato l’erede di Rocco Siffredi che nel mondo hard lavora con Michelle e che, nei confronti dei politici, non era stato conciliante: «Si dimettano e vadano a fare gli operai», aveva detto Felicitas sul caso Onlyfans che si è creato a Palazzo Civico. Certo, esistono comunque pro e contro. Racconta Michelle: «Insulti ne prendo parecchi, di cosiddetti “haters” ne ho, ma questo capita anche ai personaggi pubblici. Bisogna accettare di dover convivere con un’etichetta, molti utenti commentano le mie foto dicendomi “Vai a lavorare”. Peccato che questo sia il mio vero lavoro». Un lavoro a tutti gli effetti, con tanto di tasse da pagare. «Ho cinque collaboratori, le spese ci sono eccome, ho la partita Iva, tutto in regola. Allo Stato conviene pure che qualcuno come me abbia un profilo su Onlyfans». Una scelta fatta abbandonando il posto fisso. «Non mi avrebbero cacciato comunque dall’ospedale, ma meglio prevenire - spiega la torinese Michelle -. Le colleghe sparlavano di me, se avessi avuto Onlyfans, sarebbe stato difficilissimo proseguire il mio lavoro». Consigli ai genitori preoccupati dei profili aperti dalle loro figlie? «Non è semplice accettarlo, a mia madre la cosa non andava giù. Ma è inutile vietare le cose ai figli. Certo, bisogna essere pronti, viviamo in una società all’antica. Ragazze, preparatevi agli insulti».
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