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La coca era nascosta nel Grana: maxi sequestro e dieci in manette

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I numeri sono da capogiro e sono stati resi noti solo ieri alla conclusione di una lunga indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Torino dalla quale emerge un traffico milionario di cocaina nascosta all’interno di forme di formaggi. Poi la droga veniva piazzata da una gang di albanesi e italiani a Torino, Asti e in altre città del Nord Ovest del Paese. Un’inchiesta complessa cominciata nel mese di aprile dello scorso anno e che qualche giorno fa ha portato alla cattura dei trafficanti della morte. Prima, però, le Fiamme Gialle avevano operato un numero impressionante di sequestri, per un totale di oltre seicento chili di cocaina purissima. L’ultima “puntata” della maxi indagine dei Finanzieri torinesi (coadiuvati nei vari passaggi da altri comandi provinciali), riguarda, oltre agli arresti, il ritrovamento di 100 chili di povere bianca nascosti in un camper e di altri 25 in un furgone in partenza con un traghetto per la Sardegna, destinazione Sassari. In entrambi i casi la cocaina era nascosta all’interno di forme di Grana Padano, ma in altri casi sono state utilizzate anche forme di Parmigiano Reggiano e di toma delle Valli di Lanzo. Tali quantità, spiegano dal Comando di corso IV Novembre, «se immesse sul mercato “al dettaglio”, avrebbero potuto generare introiti illeciti per almeno 20 milioni di euro». Generalmente la droga proveniva dal porto di Amsterdam, ma in altri casi anche dal Sud America, ma questa sbarcava nei porti di Civitavecchia e in altri della Puglia. La droga “olandese” veniva poi nascosta nelle forme «perché l’odore dei formaggi spesso trae in inganno i cani antidroga». In manette, come detto, sono finite dieci persone, sette italiane e tre albanesi. Oltre al traffico internazionale di droga si contesta anche l’associazione per delinquere e la consorteria, almeno da ciò che è emerso, sarebbe stata diretta da tre persone, Erion Feini, albanese, ma residente a Rovigo, dal suo connazionale Mateo Colai (senza fissa dimora) e da Luigi Rilievo, residente a Govone e difeso dall’avvocato Gianluca Bona. «Lo stoccaggio della cocaina - hanno reso noto le Fiamme Gialle - avveniva in depositi che si trovano in Piemonte (in particolare nelle province di Torino, Asti, Alessandria e Cuneo) e in altre aree del Nord Italia (tra cui la provincia di Rovigo). La successiva distribuzione avveniva in varie regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia e Sardegna), attraverso “corrieri” e la gang si avvaleva di un ampio parco veicoli (di proprietà o a noleggio). Gli indagati si sarebbero occupati anche del recupero del denaro provento delle attività illecite». Ma questo è solo l’ultima parte dell’indagine della Finanza, condotta per mesi quasi in sordina e che ha portato a recuperare polvere bianche in quantità da record. L’origine di questa operazione ha un nome, quello di “Pes”, un cane pastore tedesco (graduato delle Fiamme Gialle) che per primo ha fiutato la droga nei formaggi e nei caschi di banane e che ha dato il via alla più importante operazione delle Fiamme Gialle contro il narcotraffico degli ultimi anni.
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