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Arrestato per l’agguato a Mirafiori: aveva sparato al figlio per sbaglio

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«È stato un agguato, lo hanno aspettato e gli hanno sparato tre volte» aveva dichiarato Michele Zaccaro alla polizia il 19 novembre, quando il figlio Emanuel si era ritrovato un proiettile nella gamba sinistra. Una verità molto diversa da quanto la Squadra mobile ha ricostruito sul presunto agguato, avvenuto nelle case popolari all’angolo tra via Dina e corso Agnelli (al civico 156): secondo gli investigatori, coordinati dal pm Ciro Santoriello, è stato proprio il 49enne Zaccaro a sparare al figlio 21enne. Un errore che gli è costato un arresto per tentato omicidio e porto abusivo di arma comune da sparo.

L’uomo è finito in carcere in seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Torino, che ha preso atto delle indagini con cui gli agenti hanno ricostruito la sparatoria. Partendo da quanto dichiarato dai testimoni: «Emanuel doveva venire qui da noi per prendere un caffè - spiegava la compagna del padre -. Qualche volta passa a trovarci e saltuariamente si ferma a pranzo o a cena». Sotto casa, però, c’erano due uomini: «bianchi, abbastanza giovani», avevano riferito alcuni residenti che avevano sbirciato dalle finestre del caseggiato. Finché uno di loro ha «estratto l’arma e ha fatto fuoco». Tre, quattro colpi di pistola, di cui uno ha colpito Zaccaro alla gamba sinistra, poco sotto l’inguine. Il giovane non è caduto, è riuscito a salire le scale e a raggiungere l’appartamento dove vive il padre: «È entrato - continuava la compagna del papà -, ma non ha detto nulla di particolare, anche se aveva la gamba che sanguinava. Mi ha solo riferito che non sapeva perché gli avessero sparato. Poi è ridisceso in cortile». Emanuel Zaccaro si era poi seduto sul muretto che divide il piccolo parcheggio dalle aiuole del condominio ed era stato soccorso da un vicino, corso a prendere disinfettante e garze per fermare l’emorragia. Poi era arrivata l’ambulanza per portare il ferito in ospedale.

Sul posto anche le volanti della polizia e gli investigatori del commissariato Mirafiori e della Squadra mobile. I quali, nel giro di tre mesi, hanno capito che non c’era stato nessun agguato: uno dei litiganti era Michele Zaccaro e sarebbe stato lui a tirar fuori una pistola e a sparare verso il rivale, che non è stato colpito ed è riuscito a scappare. Invece ha ferito il figlio Emanuel, che si era messo in mezzo per fare da paciere. All’origine della discussione potrebbero esserci questioni d’onore o di gelosia, ancora da chiarire.

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