Padre Bianchi nella nuova Bose: «Sono stato tradito dai fratelli»
01 Marzo 2023 - 08:35
L’ex priore di BoseEnzo Bianchi, oggi in ritiro permanente ad Albiano, ammette di aver sofferto per essere stato allontanato dalla sua comunità. «Questa sofferenza c’è. Non mi ha destato rancore, amarezza, non mi ha scosso nella fede, non mi ha scosso nell’amore nonostante non riesca a capire l’enigma di persone vicinissime a me che hanno consumato un vero e proprio tradimento nei miei confronti senza motivo, perché c’era un accordo. Salvo una doppiezza mantenuta per anni, c’era quasi un’amicizia oltre che una fraternità». Alla vigilia dei suoi ottant’anni Bianchi ha appena traslocato a “Casa della Madia” ad Albiano, a poche centinaia di metri dalla residenza del vescovo Emerito di Ivrea Luigi Bettazzi, per vivere in fraternità con poche persone, ma «questa nuova casa non sarà una nuova Bose - precisa - perché la comunità ecumenica di Bose è come un figlio. Una volta fatto non si può rifare. Ho tanta paura della sofferenza fisica e della malattia mentale da vecchio: Alzheimer e demenza senile. Perché quando ho avuto a che fare con queste malattie ho visto quanto è difficile vivere per loro e per chi li assiste. Per cui vorrei che mi fosse evitato, spero che il Signore non mi faccia passare attraverso questa strada. Il dolore spero che mi sia alleviato anche a costo di abbreviarmi la vita (l’ho scritto nel mio testamento); anche la Chiesa permette le cure palliative. C’è un limite alla sopportazione del dolore». Padre Bianchi era stato allontanato dalla comunità da lui fondata dopo l’intervento della Santa Sede. Fu eletto un nuovo priore e con Bianchi lasciarono la comunità altre quattro persone. I motivi autentici di queste fuoriuscite non furono mai spiegati, ne dalla Santa Sede, ne dalla Comunità di Bose. E anche Enzo Bianchi, sulla vicenda ha mantenuto sempre estremo riserbo. Verosimilmente sembra che l’attrito tra lui e fratel Luciano Manicardi (ai tempi nuovo priore) riguardassero i criteri di gestione e di indirizzo della comunità religiosa. «Io ho cambiato strada - ha sottolineato Bianchi -. Bose non è certamente più quella di prima. Molte persone se ne sono andate dopo che io sono venuto via, nel 2017. Il problema è che nessuno è più entrato. Con il nuovo priore io ho un rapporto cordiale. Ho chiesto più volte la riconciliazione ma non l’ha mai voluta. Allora ognuno è andato per la sua strada. In questa nuova cascina a giugno verranno anche alcuni amici, in parte quelli che hanno lasciato Bose. Insomma, è una bella sfida, specie a ottant’anni...».
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