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Sono tutti liberi, anche i 37 denunciati: «Ma i responsabili finiranno in cella»

arresto anarchici
Liberi tutti. La città è stata calpestata, umiliata e offesa, ma i responsabili sono fuori, nessuno è stato arrestatoPer la devastazione sono stati denunciati 37 anarchici su un totale di 160 manifestanti identificati (torinesi, ma anche agitatori già noti alle forze dell’ordine di Imperia, Napoli, Udine, Avellino, Caserta, Roma, Trento, Brindisi e Milano, più alcuni francesi, spagnoli, svizzeri e tedeschi). Nella nottata di ieri, poi, sono stati notificati una quindicina di fogli di via e, tra i denunciati, due sono accusati di possesso di armi e di materiale esplodente. Comunque sia, tutti liberi di tornare a casa, infatti i fermati hanno lasciato nella notte alla spicciolata sia gli uffici della questura che la caserma di via Veglia. E se ne sono andati quasi tutti i 200 anarchici irriducibili che si erano asserragliati nella sede di radio “Black Out” in via Cecchi, ultimo baluardo della furia anarchica. Il messaggio che passa, almeno allo stato dei fatti, è che per le razzie di sabato sera a Torino nessuno ha pagato, se non con la notifica di qualche foglio di carta bollata. Ovviamente la città appare sconcertata e ammutolita, anche se, in realtà, la vicenda non è per nulla conclusa. «Verificheremo le immagine registrate dei video (quelli ripresi dagli operatori della Digos ndr) - spiegano in questura - per accertare singole responsabilità penali» che porteranno ad arresti differiti. Una, due settimane al massimo e gli autori materiali delle devastazioni e delle violenze finiranno ospiti delle patrie galere. «E’ sempre molto complesso intervenire sul campo - aggiungono da corso Vinzaglio -, a meno che non vi sia un’evidente flagranza nella commissione dei reati». Tanto più che per alcuni di essi, come il danneggiamento delle auto, l’arresto non è obbligatorio e sabato i manifestanti sono stati seguiti, passo dopo passo, da un nutrito numero di avvocati del “Legal Team” pronti ad intervenire (ma solo da una parte) perché il più insignificante dei cavilli fosse rispettato. Sulla gestione della manifestazione, almeno per ciò che riguarda la sicurezza, la questura, in accordo con la prefettura, aveva avviato un’intensa attività preventiva di controlli che ha portato al sequestro (prima del corteo) di un vasto armamentario di bombe, sassi e bastoni e al fermo per alcune ore di 15 persone. Insomma, senza questi controlli, sarebbe potuto andare anche peggio. Poi c’è stata la gestione sul campo, con circa 800 uomini, tra poliziotti e carabinieri, dislocati in varie formazioni lungo il tragitto del corteo e nelle vie adiacenti il percorso per evitare sconfinamenti da parte di frange più violente. Utilizzati tre idranti mobili (due giunti da Genova e Torino). Un’unica smagliatura in piazza della Repubblica perché corso Giulio Cesare non era stato sbarrato e il traffico scorreva normalmente. Ciò ha consentito al serpentone di anarchici di scendere verso il Balon e lì dar vita alla battaglia più cruenta, proprio di fronte all’Arsenale della Pace.
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