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Droga dell’Isis, è allarme sotto la Mole

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Per i martiri di Boko Haram, di Al Qaeda e dello Stato islamico è diventata l’arma in più. Immancabile, come il kalashnikov e il pugnale. Un antidoto alla paura che inibisce la fatica, gli sforzi e non fa sentire il dolore. E’ il tramadolo, la “droga dell’Isis”. E dopo aver conquistato gli scenari di guerra, si è fatto largo in tempo di pace, invadendo le cittàPrima in Africa (in Nigeria si calcola che ne facciano uso 4 milioni e mezzo di persone tra i i 15 e i 65 anni), poi negli Stati Uniti, dove ha già causato migliaia di decessi per overdose. Ora in Europa e in Italia. E anche a Torino, dove sta dilagando come droga “alternativa” all’eroina. Acquistata in farmacia con ricette false o fotocopiate. O spacciata nelle piazze gestite dai pusher specializzati in stupefacenti “classici” che da qualche tempo hanno esteso l’offerta, commerciando questo tipo di sostanze.

A confermarlo, svelando l’ultima frontiera degli stupefacenti sotto la Mole, è l’arresto, avvenuto in Nigeria, di tre nonnetti all’apparenza innocui. Erano tre trafficanti, hanno scoperto gli agenti della National Drug Law Enforcement Agency. E stavano per imbarcarsi su altrettanti arei con decine di chili di cocaina, marijuana skunk e centinaia di migliaia di pastiglie di droga dei combattenti. Una di quelle “partite”, sequestrata prima di essere caricata su un volo della Turkish Airlines, sarebbe partita da Lagos e, dopo uno scalo a Milano, sarebbe arrivata a Caselle. Dentro una valigia, nascoste tra gli abiti, sigillate con del nastro adesivo nero, i poliziotti nigeriani hanno trovato 60 tavolette di Rohypnol (una delle cosiddette “droghe dello stupro”) e migliaia di blister di tramadolo. Quasi quindici chili di oppioidi che, una volta arrivati qui, si ritiene sarebbero stati smerciati sugli stessi mercati frequentati dagli eroinomani.

Utilizzati nel trattamento del dolore, anche grave, dopo gli interventi chirurgici o nella cura dei malati di tumore, in Italia i farmaci contenenti questo principio attivo possono essere venduti solo dietro prescrizione medica. E quello delle farmacie, a quanto pare, sta diventando il principale canale di approvvigionamento di questa che sarà anche la droga dei combattenti, ma in Italia sembra essere diventata la droga dei poveri. Utilizzata soprattutto dai tossicodipendenti quando non trovano l’eroina o non hanno soldi per comprarla e allora, per evitare i drammatici effetti dell’astinenza, ripiegano sulle pasticche sintetiche, che costano assai meno.

Per comprare il Contramal e gli altri farmaci che contengono il tramadolo, serve però una ricetta. E a meno che non si possa contare su un medico di base compiacente, occorre procurarsela. O “prodursela” in qualche modo. Ecco allora dilagare un fenomeno che sembra aver preso piede da un paio di anni. Con i tossicodipendenti che si presentano dai farmacisti con ricette false, oppure fotocopiate. Le segnalazioni arrivate dalle farmacie a polizia e carabinieri sarebbero diverse. Ma l’attenzione a quella che secondo alcuni esperti è una vera epidemia nascosta è ancora scarsa. Nonostante tutti sappiano. E nonostante ci siano già stati ingenti sequestri anche nel nostro Paese, come al porto di Gioia Tauro, dove a dicembre 2020 la Guardia di Finanza scovò 24 milioni di pastiglie destinate al mercato interno. E che la droga dell’Isis sia arrivata anche qui è confermato da alcuni arresti recenti, come quello di un 29enne nigeriano fermato a Barriera di Milano dalla polizia. Gli agenti del commissariato di zona l’hanno fermato a bordo di una bicicletta elettrica. In tasca aveva 26 pasticche di Tramadol.

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