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Scalfaro scioglie le camere: fine della Prima Repubblica

Scalfaro

Il 16 gennaio 1994 il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro scioglieva le camere, concludendo un capitolo di storia italiana lungo 46 anni. Si andava ad elezioni e, contestualmente, si sotterrava la Prima Repubblica. O, meglio, si definiva un importante momento della storia repubblicana del nostro paese, che chiudeva un capitolo e ne apriva un altro, tanto che da quel gennaio 1994 si parlò di Prima e quindi di Seconda Repubblica. Nel nostro paese, di giovane esperienza repubblicana, i giornali presero in prestito i termini di prima e di seconda repubblica dalla Francia, dove i numerali delle “Repubbliche francesi” abbondano (dal 1958, a Parigi si vive nella Quinta Repubblica). Come noto, a generare la fine del modello politico che perdurava dal dopoguerra fu Tangentopoli; l’enorme perdita di credibilità delle forze politiche - e specialmente del pentapartito - portò allo scioglimento del Psi e della Dc. In Italia, la fine della Prima Repubblica vide l’affermazione del bipolarismo e vide il tramonto di un’era travagliata ma di forte sviluppo economico. Ma dire che la Prima Repubblica fu soltanto quella della corruzione e delle monetine davanti all’hotel Raphael significa non fare giustizia ad un periodo che, pur nella sua complessità e nei suoi chiaroscuri, portò l’Italia tra i grandi del mondo, facendole vivere un Boom economico e demografico la cui onda lunga ancora si percepisce. Il 2 giugno 1946 un ancora controverso referendum sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica italiana: al termine del secondo conflitto mondiale, l’Italia era un paese prevalentemente agricolo ed a pezzi, ancora patria di emigranti; nel giro di pochi anni, grazie alle energie ed alla intraprendenza di milioni di italiani con appena la licenza media, divenne un paese industriale, infine per la prima volta meta di immigrati. La Prima Repubblica non gode di buona pubblicistica, ma al netto della corruzione e dei sanguinosi misteri che l’hanno caratterizzata, seppe portare tra i grandi del mondo un paese devastato e bistrattato; dopo che Tangentopoli ebbe intonato il de profundis di un’epoca, il Belpaese iniziò una fase di lento e sempre più evidente declino. C’è da domandarsi se, negli ultimi mesi, non si sia assistito anche alla morte della Seconda Repubblica, per entrare in una Terza dai contorni molto più foschi. Di morte del sistema bipolare in Italia si parla da tempo, tant’è che in campo giornalistico già si parla di Terza Repubblica, anche se con date di inizio non ben definite. Probabilmente, la profonda crisi che stiamo attraversando può essere la vera pietra tombale di un’epoca. Ne sono prova il sostanziale congelamento di molte libertà costituzionali e l’emergere di poteri terzi che si stanno imponendo nel nostro paese nella sostanziale noncuranza dei più. Saranno i prossimi mesi a rivelarci se un nuovo capitolo di storia si è scritto per il nostro paese.

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