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Statuto Albertino, c’è la firma. E Torino è addobbata a festa

Statuto

Una città in festa! E che festa: una festa da sogno, da ricordare per le future generazioni. Il 4 marzo 1848 Torino applaudiva la firma dello Statuto Albertino (o, meglio, lo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia). Le settimane precedenti la storica firma furono costellate di eventi di giubilo popolare. Basti ricordare il grande e festante corteo che si tenne il 27 febbraio: quando la testa del corteo giunse alla Gran Madre, al termine della manifestazione, la coda era ancora assestata davanti alla chiesa della Madonna degli Angeli, sull’attuale via Carlo Alberto.

Torino era in festa, addobbata e illuminata a giorno da migliaia di torce e di candele: sulla Gran Madre le luminarie formavano la scritta “Viva lo Statuto”. Quattro lotterie di beni commestibili, destinati principalmente ai bisognosi, furono organizzate per l’occasione. C’era talmente tanta gente in strada - si parla di circa 100mila persone, in anni in cui Torino aveva circa 125mila abitanti - che i proprietari dei caffè si prodigarono in iniziative singolari e lodevoli: al Caffè Nazionale si entrava solo con il biglietto, e il ricavato era devoluto ai poveri del Cottolengo. Era, insomma, un tripudio popolare, anche se i conservatori erano fortemente contrari: anche per questo, non mancarono polemiche, e l’arcivescovo Luigi Fransoni vietò ai seminaristi di prendere parte ai festeggiamenti. Andava così, nella Torino di allora.

Va detto che Carlo Alberto aveva esitato fino all’ultimo, vittima di un profondo conflitto interiore, ma finalmente aveva firmato, circondato dai ministri. Quella che entrava in vigore era una «carta ottriata» vale a dire concessa direttamente dal sovrano, senza essere discussa dal parlamento o essere votata dal popolo. Il re, in Piemonte, continuava ad avere un ruolo prevalente, arrogandosi un ruolo di primo piano: i Savoia ci tenevano a non diventare dei semplici passacarte. Ad ogni modo, il Piemonte da quello storico 1848 ebbe un ordinamento costituzionale che si ispirava alla Costituzione francese del 1830: venivano riconosciute l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, la libertà individuale, di riunione e di stampa. In onore di questo giorno, verrà poi intitolata la piazza IV Marzo, nel cuore della città antica. L’adozione dello “Statuto del Regno” è celebrata anche dalla imponente piazza Statuto. Due piazze per ricordare lo stesso avvenimento, che fece di Torino la città-simbolo del Risorgimento, quella alla quale i rivoluzionari di tutta Italia guardavano con viva speranza: se l’unità d’Italia era da fare, si sarebbe fatta sotto lo scudo di Casa Savoia.

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