Mestieri estinti e in estinzione

Ogni tanto in qualche sito Internet appaiono classifiche curiose. L’ultima riguarda i mestieri che “scompariranno entro il 2022”. Ellamadonna! Il 2022 è dopodomani, non è credibile, scrivete almeno 2122, ché tra quelli che la leggono non ci sarà più nessuno vivo per controllare! Comunque i mestieri che dovrebbero scomparire sono questi: postino, agricoltore, lettore di contatori, reporter, agente di viaggio, taglialegna, hostess, operaio, tipografo, controllore fiscale. Tutti spariti entro tre anni. Diciamo cento, e proviamo a fare l’opposto: andare all’indietro e scovare quali mestieri del 1918 sono scomparsi, almeno qui in occidente. La mondina, il cocchiere, il linotipista, il correttore di bozze, il lustrascarpe, il pittore d’automobili (sulla carrozzeria di certe auto d’anteguerra c’erano righe pitturate a mano da appositi “pennellatori di precisione”), la rimagliatrice di calze di nylon, il carburatorista, il brentatore, le lavandaie a mano, il lampionaio, lo scrivano, lo stagnino, il cordaio, l’ombrellaio, il venditore di ghiaccio in blocchi, la centralinista telefonica, e chissà quanti altri. Questi effettivamente son mestieri spariti. Ma tornando in avanti, al 2122, mi riesce difficile pensare un mondo che faccia a meno di operai e agricoltori. Meccanizzazione, va bene, ma qualcuno che controlla e conduce le macchine ci dovrà pur essere! Per il reporter, invece, pazienza. Effettivamente le notizie, grazie agli smartphone e ad applicazioni come youreporter, viaggiano già oggi a velocità superiore di qualsiasi agenzia di stampa. Per il commento, basta accomodarsi su Facebook. Ecco, sto facendo un mestiere in estinzione.

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