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Vilipendio di cadavere

GnocchiMaiala
A volte le notizie bisogna farle decantare, prima di commentarle. La scorsa settimana alla tv (La7) il “comico” Gene Gnocchi, parlando della scrofa filmata dalla Meloni a Roma tra i rifiuti l’ha chiamata Claretta Petacci. Floris, lungi dal prender le distanze (anche per finta, come fa Fazio con la Littizzetto) ha riso di gusto.

Ora non fatemi spiegare chi era la Petacci. Basti dire che era l’amante del Duce, che non s’interessò mai di politica, ma seppe morire fucilata (dopo esser stata violentata dai partigiani) accanto al suo uomo, col quale fu appesa per i piedi a Piazzale Loreto.

Darle della maiala da morta non è soltanto vile, è da perfetto imbecille qual è Gnocchi, guitto di regime, chierichetto di turno del comodo antifascismo ex post. Grillo fu bandito dalla Rai per una battuta infelice sui socialisti. Cairo, padrone de La7, non ha mosso un dito.

Perché oltre alla Cairo Communications controlla anche il Toro e il Corriere, quindi fa come tutti i Paperoni del dopoguerra, da Agnelli a Debenedetti: sta attento a non pestare i piedi a una sinistra che controlla tutto, media, magistratura, banche, apparati.

Pensate se un comico avesse dato della maiala a Nilde Jotti, che pure era amante clandestina di Togliatti sposato (e ci guadagnò una bella carriera politica, non il piombo partigiano) e aveva 30 anni meno di lui come Claretta meno del Duce. Sarebbe successo il finimondo.

Da Gnocchi, invece, neanche le scuse. Solo il plauso di Vauro. Forse, per questa vigliacca pugnalata ad una morta “della parte sbagliata”, i due sperano di avere un giorno la nomina a Senatori a vita. Visto il livello degli ultimi, è possibile.

collino@cronacaqui.it
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