Banane troppo curve

Il calciatore Elseid Hysaj si è presentato al raduno della Lazio cantando “bella ciao” e i tifosi di destra non hanno gradito, insultandolo sui social. Il fatto è che lui, albanese, non sapeva la valenza sinistra di quella canzone, che i compagni vorrebbero diventasse addirittura un inno nazionale-bis da cantare dopo quello di Mameli alle cerimonie ufficiali. Lui pensava che fosse una canzone popolare che identifica l’Italia come “volare oh oh” oppure “o sole mio”. Invece non è così. Qualcuno gli spiegherà che è una canzone ottenuta rubando la musica a un vecchio canto delle mondine, e riempiendola d’insulse parole inneggianti alla resistenza.

Anche a me, che amo cantare vecchie canzoni popolari alla chitarra nelle ultime piòle rimaste, è capitato di sentirmi chiedere ‘bella ciao’ da una coppia d’inglesi di passaggio, ma ho rifiutato, spiegando educatamente che è una canzone comunista. Eppure di vecchie canzoni di sinistra ne canto. Però sono veramente belle, ottocentesche, socialiste o anche anarchiche, mai comuniste. Canzoni piene di passione, sincere.

Basta ricordarne le parole: “addio Lugano bella, o dolce terra pia, scacciati senza colpa gli anarchici van via, e partono cantando con la speranza in cuor” oppure “sì ben che siamo donne, paura non abbiamo, abbiam delle belle buone lingue, difenderci saprem” o ancora “o profughi d’Italia, alla ventura, si va senza rimpianti, senza paura, nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà, ed un pensiero ribelle in cor ci sta”. Altro che la slandra che svegliandosi una mattina (tòh!) trova l’invasor. Invasor che fino al giorno prima era sulla luna e si è materializzato nella notte. Ma andé a drissé banane an Somalia!

collino@cronacaqui.it