l'editoriale
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05 Settembre 2021 - 07:48
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Io ho il green pass e sono pronto a fare il terzo vaccino, ma mi urta che Draghi parli di obbligo vaccinale. Salvo Tagikistan e Turkmenistan, che non brillano certo per democrazia, nessun paese al mondo l’ha fatto, nonostante il virus sia ancora presente, mutante e minaccioso. Perché i vaccini non hanno potuto essere collaudati a fondo, trasformandoci tutti in cavie sul campo, e in molti casi hanno causato reazioni inattese ed effetti collaterali anche mortali. Quindi chi come me accetta quei rischi a fronte del beneficio sperato si vaccini, ma chi li rifiuta sia lasciato in pace.
Hanno provato di tutto per piegare i no vax: a colpevolizzarli come untori e parassiti, a inseguire i dubbiosi fino in casa, ad allettarli con regali, a vaccinarli in vacanza, ma il ricatto peggiore è il green pass. L’equivoco va chiarito una volta per tutte: il green pass non è affatto un’attestazione d’immunità e di non pericolosità infettiva. Lo dimostra la contraddittorietà fra le zone in cui è obbligatorio. Sulle frecce sì, ma sui treni pendolari no. Nei ristoranti al chiuso sì, ma nei tram e nei bus no.
Il green pass non è una misura cautelare, ma solo un ricatto: se non ti vaccini ti rendo la vita infernale, negandoti sempre più attività, svaghi e spostamenti finché cederai. È un obbligo mascherato. Un precedente micidiale che preluderebbe a futuri obeso pass, colesterolo pass o glicemia pass. Lo ammetta, Draghi, e non pensi a TSO obbligatori (perché tale è una vaccinazione forzata) che nessuno stato liberale si sognerebbe mai d’imporre. E poi cosa farà coi renitenti a oltranza? Li incarcererà? Li multerà? Li stanerà casa per casa? Per carità, lasci perdere. Di KGB ce n’è bastato uno.
collino@cronacaqui.itI più letti
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