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GIORNATA GRANATA

Petrachi si (ri)presenta: "Toro, la situazione è difficile: bisogna combattere. E pure Baroni deve dare di più"

Lunga conferenza stampa del ds tornato in granata: "Arrivai tra le bombe carta, ma ne hanno lanciato una anche al Filadelfia..."

Il nuovo ds del Torino, Gianluca Petrachi, insieme al presidente Cairo (foto Instagram)

Il nuovo ds del Torino, Gianluca Petrachi, insieme al presidente Cairo (foto Instagram)

Il suo primo giorno di Toro fu tra le bombe carta della Sisport, "In realtà ne hanno lanciata una anche al Filadelfia, avranno pensato ‘E’ arrivato Gianluca’ e l’hanno tirata" la battuta di Petrachi per aprire il suo bis in granata. Questa volta la squadra non è sull’orlo del precipizio della Serie C, ma la situazione è comunque complicata. E, in quasi un’ora di conferenza stampa, ha toccato tantissimi temi con un unico obiettivo: ricostruire un Toro che possa tornare a guardare la classifica verso l’alto, non con il terrore di vedere cosa fanno quelle dietro.

Petrachi, com’è nata l’idea del ritorno in granata?
"E’ bello tornare in quella che è stata la mia casa per dieci anni, vedo tanti volti conosciuti anche tra i giornalisti. Non ero più tornato a Torino, farlo è stato un carico di emozioni forti. Non è stata una cosa studiata, pensavo di vedere Cairo a Lecce qualche settimana fa ma poi non era venuto. Successivamente mi ha fatto intendere che poteva nascere qualcosa ma non c’era nulla, tanto che sono arrivato a Torino di notte".

Quali sono i problemi di questo Toro?
"Ho notato una cosa e cercherò di lavorarci: è come se ci fosse uno scollamento. Il senso di appartenenza è la priorità. Da calciatore non ho capito cosa fosse il Toro, da dirigente è stato un altro mondo. Voglio ricreare una famiglia anche con i tifosi, è questo il mio sogno".

Cosa vi siete detti con Baroni?
"Gli ho chiesto di fare il Marco Baroni che conosco, di tirare fuori tutto ciò che ha dentro. Abbiamo giocato insieme a Lecce, è sempre stato uno caratteriale: da calciatore era cazzutissimo, da allenatore voglio che tiri fuori ciò che ha dentro. Marco può e deve fare di più, gliel'ho detto".

E sul mercato di gennaio?
"Non sarà una finestra di rivoluzione, ma di riparazione. Abbiamo deciso che andremo avanti con il 3-5-2 e non devono più esserci equivoci tattici: magari ci sono calciatori scontenti e dobbiamo prendere giocatori funzionali. Può darsi che io debba far uscire un trequartista per prendere un braccetto in difesa, dovrò fare collaborazioni furbe e intelligenti".

E’ preoccupato dal momento del Toro?
"Dobbiamo renderci conto che siamo in una situazione difficile, che siamo a quattro punti dal baratro e che dobbiamo tirarci fuori dalle sabbie mobili al più presto. Sono stanco di sentire che la squadra è forte tecnicamente, perché la squadra deve vincere i contrasti: se non metti garra, fai fatica perché non sei mentallizzato su un certo tipo di campionato che purtroppo si è palesato. Temo la gara contro la Cremonese, bisogna giocare con il coltello tra i denti".

E’ possibile tornare in Europa?
"Senza l’ambizione di poterlo fare, era inutile presentarsi. Voglio risentire i tifosi cantare al San Mamès, è stata una delle gioie più grandi del mio ciclo. Mi ha lasciato ricordi incredibili e non vorrei che rimanessero solo ricordi. Darò più di ciò che posso per arrivare a obiettivi che il Toro deve e può meritare".

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