Surf sulle citazioni

Giovanni Giudici ha scritto «A fare poesia si è sempre in due. Da una parte c’è il poeta che scrive il testo. Dall’altra c’è il testo che, con l’aiuto del poeta, costruisce se stesso. Del resto ci sono anche amori non corrisposti: qui sta il problema». Come è vero! La poesia è nella natura e nella vita. Tutti la avvertiamo in cuore. Purtroppo, quando tentiamo di tradurla in versi, il testo non corrisponde quasi mai a quello che avvertivamo. Non riesce a comunicarlo. Nonostante ciò, molti si ostinano a provarci. Per questo poeti in pectore siamo tutti, ma poeti sulla carta pochi. Giuseppe Pontiggia ha detto: «Capita con una certa frequenza che ci accorgiamo di essere proprio quello che abbiamo sempre negato». Lo aveva già scritto Charles Péguy nell’800: «Quarant’anni sono un’età terribile. Perché è l’età in cui diventiamo ciò che siamo». Pontiggia dilata solo i quarant’anni a tutta l’esistenza. E veniamo a Goethe che diceva: «guardati da ciò che desideri in gioventù, perché lo otterrai nella vecchiaia». Non mi ricordo di aver mai desiderato da giovane acciacchi e depressione. In cambio ho desiderato moltissimo quella cosa per cui Berlusconi va pazzo, e anche una Ferrari, ma adesso, anche se ottenessi entrambe, non saprei più entrarci. Finiamo con Socrate, che davanti a un’esposizione di merci esclamò: «È incredibile di quante cose non sento il bisogno». È quello che penso io quando esco dagli autogrill, costretto a percorrere il loro labirinto di corsie piene di prodotti. È più astuto Facebook, che mi profila coi cookies e mi propone puntualmente cose di cui avrei bisogno. Ma a pensarci bene non è mai bisogno vero. Sono pallini. Forse ne aveva anche Socrate. collino@cronacaqui.it