Tracce di passaggio

Lo stilista Roberto Cavalli a 82 anni è appena stato reso padre per la sesta volta da Sandra Bergman, più giovane di lui di 44 anni e sua compagna da sei. Il mio caro amico Marco Benatti, architetto 70enne di Verona e famoso manager (ha creato Virgilio) ha appena avuto 4 figli in 4 anni dalla terza moglie Ilaria, che ha 42 anni meno di lui. E ne aveva già avuti 5 dalle precedenti mogli. La storia è piena di esempi di paternità e maternità tardive. Anthony Quinn ebbe 13 figli, di cui l’ultimo a 80 anni dalla sua ex segretaria più giovane di 47. Charlie Chaplin ne ebbe 11 (l’ultimo a 73 anni) di cui 8 dall’ultima moglie Oona O’Neill, di 36 anni più giovane. Queste notizie mi mettono allegria. E’ sempre stato così: le nascite “fuori tempo massimo” mi rallegravano anche da giovane. Anche quando ad essere anziana era la madre, come quella docente rumena che volle partorire a 67 anni un figlio concepito col sussidio medico-ormonale. L’età ha importanza relativa, nel rapporto parentale (quanti bimbi sono allevati benissimo dai nonni?), e poi la vita è troppo bella per stare lì a sottilizzare su come ti arriva. E’ come un partita di calcio imperdibile, una finale Champions con in campo la tua squadra del cuore. Quello che conta è riuscire a entrare nello stadio, non importa se col regolare biglietto, o scavalcando il muro. E una volta dentro, sapersela godere senza badare se si è seduti comodamente in tribuna, in piedi in curva o aggrappati a un palo della luce. Ci si accorge di quanto sia meravigliosa la vita quando essa ci sta sfuggendo, e ci si accorge di quanto è breve, e di quanto inutile sarebbe stato il nostro passaggio sulla terra se non avessimo lasciato uno o più figli. Anche tardivi. collino@cronacaqui.it