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BUONANOTTE

Gli scopritori dell’aria calda

Il commento di Manlio Collino

Gli scopritori dell’aria calda

Gli scopritori dell’aria calda

Dilaga nei Tg (e di conseguenza sui giornali, che ormai si sono ridotti a farsi imbeccare da essi) il “giornalismo delle constatazioni”. Non più notizie: banali prese d’atto, per lo più enfatizzate. Una volta (ma anche oggi, a pensarci) era normale sentire degli individui esclamare, entrando in un bar in un rigido gennaio “Brrr! Fa un freddo porco!” o sentire gli stessi (in genere sono quelli che si sentono delle specie di sentinelle del mondo, in dovere di annunciare quello che tutti gli altri già sanno) dire entrando nel bar in un afoso luglio “Porca miseria, che caldo! Non si respira!”.

Oppure, sotto Natale “Madonna, che traffico pazzesco! Mezz’ora da piazza Castello alla Gran Madre!”. Constatazioni. Eppure da anni non c’è estate o inverno in cui la Tv non ci propini i soliti servizi-fotocopia (potrebbero mandare in onda quelli degli anni precedenti e nessuno se ne accorgerebbe) sul caldo intenso, o sul freddo pungente, o sulle code autostradali dei vari esodi pasquali, natalizi o vacanzieri. Col relativo corredo di interviste idiote ai cittadini e ai turisti coinvolti nei fenomeni, così orgogliosi di essere intervistati da non dire mai: “Sì, fa caldo, ma d’estate è normale”.

Magari qualcuno lo dice, ma nel montaggio viene tagliato, perché il buonsenso non allarma, non fa audience. Fare questi servizi equivale ad annunciare “sono iniziate a cadere le foglie” (come se la gente non lo vedesse), oppure “è in corso la mietitura del grano” o “nelle campagne si sta seminando il mais”. Almeno dicessero “quest’anno il raccolto del grano (mais, uva, patate…) è stato eccezionale, buono, scarso. No. Quella sarebbe una notizia. Invece basta la constatazione. Come al bar.

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