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Botticella vuota e giunta ubriaca

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La Raggi vuole togliere dalle vie di Roma le botticelle, quelle carrozze da passeggio a traino equino che a Torino si chiamavano bërlande e sparirono negli anni ’70 senza bisogno di editti. Semplicemente non avevano più clienti: i taxi glieli avevano tolti tutti.

Ma nelle città turistiche è diverso, di clienti che vogliono gironzolare al passo godendosi le meraviglie del paesaggio ce ne sono, disposti anche a pagare caro (un giro a Roma costa 90 euro).

Togliere le botticelle da Roma è un po’ come togliere le gondole da Venezia. Se la sindaca pentastellata lo fa per amore dei cavalli, non vedo perché abbia concesso alle botticelle di girare lo stesso nei parchi: non è che lì la carrozza pesi meno.

Se invece lo fa per motivi di traffico, si vergogni: la sua giunta, incapace di rattoppare le buche delle strade, ha “risolto” il problema semplicemente riducendo la velocità massima dei veicoli a 30 e 10 km orari: quella appunto di una botticella al trotto o al passo.

I cinquestelle non stanno dando grandi prove nelle due grandi città che governano. Piazza San Carlo a parte, ricordo le polemiche suscitate dalla Appendino nel 2016 quando parlò di fare di Torino la “prima città vegetariana al mondo” cambiando i menu scolastici.

Per fortuna fece marcia indietro, come forse farà la Raggi per le botticelle, ma resta l’impressione che i Grillo boys navighino a vista. Basta vedere come hanno virato a destra dopo la recente batosta elettorale, accorgendosi di botto che l’afflusso d’immigrati è insostenibile. Meglio tardi che mai. Peccato che poi siano abituati a cambiare idea ad ogni mutar di vento.

collino@cronacaqui.it

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