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«Io, iperattivo, in carcere ho scoperto la boxe»

Giuseppe Lattarula, detenuto alle Vallette, sul ring della Manno Boxing Club

 «Io, iperattivo, in carcere ho scoperto la boxe»

Giuseppe Lattarula

Lo sport come riscatto. Giuseppe Lattarula, attualmente detenuto nel carcere delle Vallette, ieri ha indossato i guantoni da boxe preparandosi a salire sul ring, durante una manifestazione sportiva alla palestra “Manno Boxing Club” di corso Marche per sfidare il pugile agonista Fabio Bortot.

da sinistra: il tecnico Davide Giannini, Lattarula, Fabio Bortot e Manno Benoit, titolare ed organizzatore

Quarantatre anni, nato a Siderno, con un passato difficile e un cumulo di condanne per ricettazione, rapina e truffa, Lattarula conosce il pugilato in carcere grazie al suo maestro, Antonio Montecalvo, impegnato da sempre nella Casa Circondariale ad allenare detenuti. «Al mio maestro devo molto. Alla Boxe anche. Io sono sempre stato iperattivo, lo sport mi ha dato disciplina e mi ha portato ad essere una persona migliore donandomi consapevolezza e umiltà, doti prima a me sconosciute. Prima per me non esisteva il dialogo, solo lo scontro. La mia condanna? 19 anni e 3 mesi. È dura, dentro. Mi alleno quattro volte alla settimana negli spazi dedicati dentro il penitenziario. Dentro ho conosciuto anche l’amore della mia vita, mia moglie Rosa. Oggi sono un detenuto che segue un percorso di messa in prova. Lavoro a San Mauro nella pizzeria “La luna e i falò”, sono un pizzaiolo».

da sinistra: Antonio Montecalvo, Lattarula, il pugile Jacopo Lusci

È la prima volta che un detenuto partecipa ad una simile iniziativa. «Sono orgoglioso: credo nello sport come motivazione. Dare un obiettivo ai detenuti è importante. Non si tratta solo di passare il tempo, prepararli a un incontro significa dare loro degli scopi: evitare di cadere in un limbo di pensieri negativi» commenta Manno Benoit, organizzatore dell’evento e titolare della palestra.

Lattarula con Montecalvo

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