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LO SFOGO

Cristina Seymandi: «Eravamo una famiglia, ha buttato tutto in piazza. Violenza aberrante»

L'imprenditrice ricostruisce fatti e emozioni di quella sera in cui è rimasta «scioccata e ferita» dalle parole del suo ex

CASO SEGRE-SEYMANDI: IL SONDAGGIO TRA I LETTORI

Se farà causa o meno al suo, quasi, marito, Cristina Seymandi deve ancora deciderlo ma si sfoga con il Corriere della Sera per esprimere tutta la propria «amarezza» riguardo alla fine della sua relazione con Massimo Segre. E di quella sera in cui è stata lasciato in pubblico e in modo umiliante, accusata di presunti tradimenti rievoca la «violenza aberrante». Seymandi si è detta «scioccata e ferita» lamentandosi anche dei commenti offensivi ricevuti sui "social media". E se la situazione fosse stata a parti invertite, Seymandi si dice convinta che le reazioni sarebbero state diverse per una questione di «genere».

Quando le viene chiesto come stia adesso, Seymandi risponde che è «stanca» a causa delle numerose chiamate ricevute e che deve concentrarsi sul lavoro. Inizialmente ha pensato che le parole di Segre fossero «uno scherzo», ma poi è rimasta sotto shock, se non «impietrita» mentre lui leggeva il suo foglietto. Sul fatto che potesse reagire violentemente, Seymandi afferma di non essere «una persona violenta» e che era troppo «incredula» per reagire in quel modo.

Seymandi sottolinea che è basita e senza parole per le parole di Segre, che definisce un gesto violento. La cosa che l'ha ferita di più è il fatto che Segre abbia fatto del male alle persone a cui lei tiene molto, inclusa la giovanissima figlia. E se le si chiede del fatto che il "foglietto" possa essere stato scritto da un avvocato, Seymandi risponde in modo sarcastico: «Sarebbe stato un avvocato disattento» sebbene Segre sembrasse «diverso» da come lo conosceva, parlando con «freddezza».

Seymandi riflette sul fatto che Segre era un uomo riservato, buono e onesto nella vita di tutti i giorni, quindi la sua azione è stata sorprendente e dolorosa. Si chiede perché non abbiano potuto risolvere i loro problemi tramite il dialogo invece di rendere pubblica la situazione. Riguardo alla possibilità di intentare una causa legale contro Segre, Seymandi afferma di non essere sicura e dice di voler ora concentrarsi sulla tranquillità e sulla cura della figlia.

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