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Il duplice omicidio
20 Agosto 2023 - 07:45
Sacha Chang
Sacha Chang non parla: non ha parlato quando l’hanno arrestato nei boschi sopra Mondovì e non ha parlato quando è stato trasportato in ospedale, in caserma, nel carcere di Cuneo. Così bisognerà aspettare l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida per chiarire il mistero del duplice omicidio di Montaldo di Mondovì, che il 21enne olandese ha commesso alle 16 del 16 agosto: perché ha ucciso suo padre Haring con 26 coltellate, come emerso dall’autopsia eseguita nel pomeriggio di venerdì? Una furia che nessuno si spiega, a partire dalla madre, arrivata in queste ore nel Cuneese insieme all’altro figlio. Con lei, ospiti di un albergo di Mondovì, ci sono anche i familiari dell’altra vittima: «Ci rimangono molte domande che speriamo troveranno risposta al più presto», fanno sapere Lynn e i suoi tre fratelli, figli di Lambertus Ter Horst, il medico inseguito fin sulla porta di casa per ucciderlo sotto gli occhi di vicini e operai al lavoro sul retro della villetta di Montaldo.
Le coltellate e la fuga
I Chang avevano visitato Firenze e la zona dei laghi della Lombardia. Poi si erano fermati a Montaldo Mondovì, proprio per andare a far visita a Ter Host, amico di famiglia che li stava ospitando per una breve vacanza nella propria casa. Padre e figlio erano arrivati nella provincia di Cuneo il 10 agosto e sarebbero ripartiti per l’Olanda proprio il 16, il giorno in cui Sacha ha commesso il duplice omicidio. Lambertus Ter Horst, medico con studi ad Harderwijk e Hierden, in Olanda, aveva acquistato casa a Montaldo Mondovì nel 2019. Dopo averla ristrutturata, vi trascorreva i periodi di vacanza. E in questi giorni stava facendo costruire una piscina nella parte retrostante dell’abitazione. È stato proprio un operaio a soccorrerlo per primo dopo che Sacha ha inferto 26 coltellate al padre e poi se l’è presa con il medico, che nel frattempo si era trascinato sulla porta di casa per chiedere aiuto. Quindi è scappato nei boschi, dov’è rimasto fino a quando è stato rintracciato e catturato alle 9 di venerdì mattina.
La chiesa dov'è stato trovato
Indagini in corso
Nelle stesse ore è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Haring Chang, ucciso con 26 coltellate al volto e alla schiena. Lui è morto subito mentre “Bert”, com’era conosciuto a Montaldo di Mondovì, è partito in elisoccorso verso il Cto di Torino ma è morto prima che i medici potessero salvarlo. Anche sul corpo della seconda vittima è stata disposta l’autopsia, un accertamento fondamentale per chiarire così sia successo il 16 agosto.
Il vero mistero resta quello del movente: che cos’ha scatenato la furia di Sacha Chang? I carabinieri del Comandi provinciale di Cuneo stanno ancora indagando, coordinati dal sostituto procuratore Mario Pesucci. E non si sbilanciano su quale potrebbe essere stato il movente del duplice omicidio.
Quindi restano ancora in piedi le ipotesi formulate in questi giorni, con voci di paese che s’intrecciano con le conferme ufficiali: si è parlato di una lite legata ai problemi psichici del ragazzo, di cui gli inquirenti non avrebbero trovato atti ufficiali. In ballo anche un presunto esaurimento nervoso dovuto a una relazione sentimentale finita male. La speranza è che qualche chiarimento arrivi domani, quando si terranno l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida dell’arresto.
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