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Cinque arresti dei carabinieri di Torino e Albenga

Rapine al McDonald's: in manette due baby gang di giovanissimi

In cella ragazzini di 15 e 16 anni spietati e violenti

Baby gang torino

arresti dei carabinieri

Nel corso degli ultimi giorni, un'indagine dei carabinieri di Torino della Compagnia  San Carlo ha portato all'arresto di cinque minorenni, che appartengono a due gang e sono accusati di rapine sia in provincia che nel cuore della città. L'operazione, che ha coinvolto anche i militari di Albenga ha consentito di indagare un quindicenne e un sedicenne ritenuti responsabili di reati di rapina aggravata in concorso. I fatti risalgono a tre distinti episodi, che si sono verificati a Torino il 17 gennaio di fronte al McDonald's di Venaria, il 12 febbraio in via Rossini e il 7 maggio in via Buniva. Le indagini hanno avuto inizio con l'analisi delle immagini di videosorveglianza nelle zone circostanti ai luoghi dei crimini. Le testimonianze delle vittime hanno inoltre giocato un ruolo cruciale nel processo di identificazione dei presunti colpevoli.

Le modalità d'azione dei giovani sospettati sembrano rispecchiare le tipiche tattiche delle cosiddette "baby-gang". Dopo aver selezionato le loro vittime, i due giovanissimi rapinatori avrebbero adottato metodi violenti per costringerle a cedere denaro, telefoni cellulari e oggetti di valore. In uno dei tragici episodi, una vittima sarebbe stata costretta addirittura a togliersi le scarpe che indossava. Nel frattempo, un terzo minore coinvolto nelle indagini, un sedicenne, è stato sottoposto a indagine senza l'adozione di misure cautelari restrittive.

Un secondo filone dell'inchiesta ha portato a ulteriori arresti da parte dei carabinieri. Tre giovani diciassettenni di origine marocchina, residenti a Torino, sono stati accusati di rapina aggravata e furto con strappo per due episodi che si sono verificati a distanza di tre giorni, all'inizio di luglio, in diverse zone tra cui il quartiere di San Salvario. Le indagini svolte dal nucleo operativo hanno svelato che i sospettati, dopo aver individuato le loro vittime, le avvicinavano con intenti intimidatori. Successivamente, con l'impiego di forza fisica, avrebbero strappato le catene d'oro che le vittime indossavano al collo. Le telecamere di sicurezza disseminate nelle aree coinvolte hanno contribuito in modo determinante alla ricostruzione degli eventi e all'identificazione degli indiziati. L'analisi attenta delle registrazioni ha consentito agli investigatori di tracciare i movimenti dei giovani sospettati in corrispondenza delle zone colpite dalle rapine.

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