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L'appello della leader alla Festa dell'Unità di Torino

Elly Schlein agli alleati: «Chi c'è batta un colpo»

In Piemonte quasi tutto il partito vuole Daniele Valle candidato alla presidenza della Regione. Ma c'è chi insiste per una figura diversa gradita al Movimento di Grillo e Appendino. Il ruolo decisivo di Domenico Rossi

La leader

Elly Schlein alla Festa dell'Unità di Torino

Chi c’è, batta un colpo. Sembra questo il messaggio che Elly Schlein ha voluto lasciare ai “compagni” torinesi, ma, prima che a loro, ai dirigenti degli altri partiti dell’opposizione governativa, M5s in testa. Si è tornati alla «gioiosa macchina da guerra» di occhettiana memoria, ma tutti sanno come andò a finire allora. Berlusconi trionfò e il Partito Popolare di Mino Martinazzoli si divise in due, da una parte Andreatta e i suoi andarono a sinistra, altri a destra. Schelin, che ha parlato al Festival dell’Unità ha detto grosso modo così: «Noi siamo disponibili ad alleanze con tutte le opposizioni per battere Cirio, ma aspettiamo segnali da parte loro». E segnali significativi non ce ne sono, tant’è che sabato sera i Cinquestelle non avrebbero partecipato al dibattito (annullato in segno di lutto per la tragedia di Caselle) organizzato dal Pd in piazza d’Armi proprio sul tema delle alleanze.

DOMENICO ROSSI E DANIELE VALLE

Ma i problemi per la sinistra-centro non finiscono qui. Se da un lato i più vicini a Schlein cercano spasmodicamente un candidato che possa essere non sgradito ai seguaci di Grillo, militanti, amministratori e i peones, sembrano sempre più convinti che il miglior candidato possibile sia Daniele Valle: giovane, preparato, moderato, ben visto negli ambienti cattolici, dai Salesiani ai Gesuiti, ma anche nelle parrocchie della diocesi di Torino. Un candidato il cui unico difetto, «se proprio ne vogliamo trovare uno, è che rappresenta una scelta troppo “torinocentrica”», mentre il Magnifico rettore del Politecnico, Guido Saracco, avrebbe un profilo diverso. Insomma, in casa Pd, per ora, è tutto (o quasi tutto) rinviato alle prossime settimane. Adesso c’è chi tira la corda da una parte e chi dall’altra, ma la sapiente capacità a negoziare del segretario regionale Domenico Rossi, di sicuro porterà a scelte unitarie e condivise. Attualmente Rossi appare l’unico della nuova generazione di dirigenti, capace di ottenere il massimo risultato possibile senza rischiare di perdere truppe come accaduto in Liguria.

GUIDO SARACCO E CHIARA APPENDINO

Un carisma che gli viene riconosciuto da tutte le fazioni o correnti, che dir si voglia. Una candidatura Valle, c’è da aggiungere (e di questo Rossi ne sarebbe pienamente consapevole), per quanto “torinocentrica”, occuperebbe spazi elettorali e otterrebbe consensi, sottraendoli non solo a quella galassia paludosa di partitini di centro (Azione, Renzi e Popolari di Merlo compresi) che per ora guardano sogghignando ai problemi del Pd, ma anche in ambienti finora riserva di pesca del partito di Berlusconi. Sull’altro fronte, infine, ogni cosa sembra ferma, al suo posto. Cirio non scioglie la riserva sulla sua candidatura (che pare scontata), e Fratelli d’Italia scalpita sempre di più perché si vada al voto già a marzo, per usufruire così, dell’onda lunga dell’effetto Meloni.

LA COMODA ATTESA DI ALBERTO CIRIO

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