Cerca

Il Borghese

Giorgia Meloni incorona Cirio. E lui cita una frase famosa: "Paganini non ripete"

Parole di apprezzamento della premier per il governatore durante la visita al Festival delle Regioni

Presidenti

Giorgia Meloni e Alberto Cirio (e Niccolò Paganini)

Alberto Cirio sarà ricandidato alla presidenza del Piemonte, almeno così pare dalle parole pronunciate ieri da Giorgia Meloni sul palco del teatro Carignano. «Cirio ha lavorato ottimamente - ha detto la premier -. Quando si aprirà il tema delle Regionali, faremo un ragionamento complessivo. Ma ha sicuramente la mia stima». E non solo per bon ton istituzionale, il governatore ha ricambiato, «anche Giorgia Meloni ha tutta la mia stima». Ma al di là di questi attestati, e «alla strada spianata» che le parole della presidente del consiglio fanno supporre, Cirio ancora non si è espresso. Anzi, qualcuno ha interpretato le sue parole di saluto alle autorità, come un possibile (anche se non probabile) passo indietro.

ALBERTO CIRIO E GIORGIA MELONI IN PIAZZA CARIGNANO

Infatti il governatore ha ricordato che proprio sul palco del Carignano, il maestro Niccolò Paganini pronunciò quella frase famosa: «Paganini non ripete». Un diniego rivolto addirittura al re, Carlo Felice di Savoia che chiedeva il bis. Dunque, tutto sembra rimandato a «quando si aprirà il tema delle Regionali», insomma, non prima di Natale. Cirio ha tutto il tempo per pensarci e decidere in un modo o in un altro, consapevole che nelle sue maniche, non c’è un solo asso, ma una scala reale che potrà calare quando vuole. Intanto il presidente continua a fare il suo lavoro. Ieri nelle vesti di padrone di casa ha ricevuto le delegazioni delle Regioni, ministri e autorità. L’austerità dell’evento, imposta più che altro dai palazzi della storia risorgimentale che incutono timore e riverenza, ha fatto da sfondo ad un incontro per certi versi rilassato, tranquillo, scevro da polemiche e momenti di tensione, anche se in lontananza si udivano gli slogan urlati dagli antagonisti e le raffiche dei martelli pneumatici del cantiere del vicino Museo Egizio, ma che nessuno a scambiato per altro.

ALBERTO CIRIO E IL PRESIDENTE DELLA PUGLIA MICHELE EMILIANO

In verità, ma sottotraccia, qualche polemica c’è stata, a cominciare dalla decisione del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di ritirare dal festival la delegazione della sua Campania. Causa della rottura, dopo una discussione tumultuosa la sera precedente, la scaletta dell’incontro che non prevedeva De Luca tra i primi relatori del consesso. Ma quello del governatore della Campania non può essere considerato un attacco della sinistra al Governo, in quanto Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia Romagna), Michele Emiliano (della Puglia) e Eugenio Giani (della Toscana), hanno partecipato di buon grado e in maniera costruttiva ai lavori, sfoderando un lodevole rispetto delle istituzioni. Come, del resto, il sindaco Stefano Lo Russo, fasciato con il Tricolore, seduto in prima fila. Non proprio così hanno fatto altri politici nostrani. Per il Pd erano presenti il solo segretario Regionale Domenico Rossi e l’ipotetico competitor di Cirio, Daniele Valle. Assenti tutti gli altri, a cominciare dai consiglieri regionali più a sinistra del Pd e di quelli di M5S. Una scelta politica che, come era solito dire un gigante della politica comunista, il torinese Gian Carlo Pajetta, lascia perplessi, «perché chi non c’è, non ha mai ragione».

VEDUTA INTERNA DEL TEATRO CARIGNANO

La plenaria del Carignano è filata via liscia, senza intoppi, anche grazie al sistema di sicurezza applicato dalla questura che ha sostanzialmente isolato la piazza, bloccandone tutti gli accessi. Lo stesso questore Vincenzo Ciarambino ha rinunciato alla comoda poltrona in platea, preferendo dirigere personalmente i movimenti e la dislocazione dei suoi plotoni di poliziotti. Forse c’è un unico appunto e riguarda la politica di oggi rispetto quella di ieri. Una volta ministri, presidenti e parlamentari, non avrebbero mai rinunciato a stringere tante mani («ognuna rappresenta un voto», era solito ripetere il deputato torinese della Dc Giuseppe Botta), per quanto i tempi (c’era il terrorismo), fossero più bui di quelli attuali. Mentre ieri, invece, piazza Carignano appariva isolata e asettica, con i torinesi lontani e indifferenti, mentre i politici si stringevano le mani solo tra loro.

NICCOLO' PAGANINI

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.