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Parla Donato Giovanni Cafagna

Il nuovo prefetto: in 2 settimane il centro di via Traves verrà chiuso e il Cpr sorgerà fuori dalla città di Torino

Gli altri obiettivi del rappresentante del governo: sicurezza, dialogo con i cittadini, lotta alla droga e alla criminalità organizzata, ambiente e sicurezza sul lavoro

Il prefetto

Donato Giovanni Cafagna

IDonato Giovanni Cafagna, nuovo prefetto di Torino, in soli tre giorni ha già capito tutto, o quasi. Certamente ha messo a fuoco quelli che sono i problemi della città, o perlomeno quelli percepiti come tali. E così ieri, presentandosi alla stampa, ha subito parlato di immigrazione, annunciando che il centro di via Traves sarà chiuso entro due settimane: «La struttura verrà svuotata - ha detto - senza che vengano aperti altri hub». Il nuovo prefetto ha posto, come priorità di questa fase iniziale del suo mandato, «la gestione dei 4.900 migranti ospitati in 328 centri di accoglienza straordinaria sparsi in tutta la provincia, a cui si aggiungono le 200 persone» ancora accampate all’interno dell’ex mattatoio. «Tra due settimane - ha proseguito il prefetto -verranno spostati in altre strutture della rete Cas, mentre gli spazi saranno restituiti alla Città per l’emergenza freddo e per assistere i senza fissa dimora».

IL PREFETTO PARLA CON I GIORNALISTI

La prossima settimana, Cafagna incontrerà i sindaci dell’Alta Valle di Susa e la Croce Rossa per confrontarsi su accoglienza e sicurezza. Sulla realizzazione in Piemonte di un nuovo Cpr, il prefetto non ha potuto far altro che confermare l’intenzione del governo di realizzare in soli quattro mesi (questo era stato l’annuncio) una struttura per «ogni regione, lontana dai centri abitati», ha sottolineato Cavagna, come del resto aveva già confermato qualche giorno fa il presidente della Regione Alberto Cirio. Ma al momento ancora non ci sono indicazioni specifiche del governo sul luogo dove il nuovo Cpr sorgerà, certamente non in corso Brunelleschi. Il tema della sicurezza, invece, è stato al centro dell’incontro avuto ieri mattina tra il prefetto e il sindaco Stefano Lo Russo. «La sicurezza - dice Cafagna -, passa anche attraverso un’analisi approfondita del territorio, che somma strumenti di tipo tecnico a un termometro altrettanto importante, quello della sicurezza percepita dai cittadini». Il prefetto opererà a sostegno di una serrata lotta allo spaccio e alle occupazioni abusive, «in particolare in zone complesse come Barriera di Milano, Vanchiglia, Aurora e Porta Nuova. La strategia è di proseguire con le operazioni ad alto impatto, affiancate da presidi più continuativi. Ma occorre guardare anche alla criminalità organizzata, le cui infiltrazioni non si misurano solo coi reati tipici, ma anche nelle attività economiche attraverso riciclaggio e società fittizie.

IL PREFETTO DONATO GIOVANNI CAFAGNA

Poi c’è il tema della sicurezza in senso lato: c’è il dissesto idrogeologico, tutela e controllo delle acque. E c’è la tutela del lavoro che deve diventare centrale per le istituzioni, tra sicurezza (dopo Brandizzo) e lotta al caporalato. Negli ultimi mesi abbiamo anche registrato una ripresa degli incidenti stradali mortali, faremo una campagna nelle scuole». Sugli scontri avvenuti in città martedì, Cafagna è stato chiaro: «Manifestare è un diritto sacro, ma risponde a delle regole. Non c’è stata alcuna richiesta di autorizzazione e il corteo ha cercato più volte di forzare il dispositivo di sicurezza. La necessità era quella di garantire che un evento di portata nazionale si svolgesse in un clima civile e sereno». Infine, uno strumento inedito, quello dei tavoli operativi circoscrizionali che coinvolgeranno i presidenti e i dirigenti locali delle forze dell’ordine, un modo per ascoltare i cittadini: «È importante affiancare un’opera di prevenzione per contrastare il disagio giovanile insieme al Comune e la scuola».

DONATO GIOVANNI CAFAGNA E' IL NUOVO PREFETTO DI TORINO

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