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Cambiare vita

La storia del top manager che ha lasciato tutto ed è diventato libraio: "Ora sono felice"

Ha dato le dimissioni da amministratore delegato di una grande azienda e poi ha rilevato una piccola libreria a Cirié

Il libraio

Matteo Perin

MATTEO PERIN NELLA SUA LIBRERIA A CIRIE'

Matteo Perin ha poco più di 40 anni. Ha girato il mondo come top manager di una grande azienda, fino a diventarne amministratore delegato. Poi, quattro hanni fa, ha detto basta e ha lasciato tutto (compreso il suo ricco stipendio) e ha deciso di cambiare vita, di fare ciò che aveva sempre sognato, ed ora dice con orgoglio "Sono libero, sono felice di fare il libraio". Ha preso in mano una piccola libreria di Cirié e l'ha trasformata in un luogo di cultura e di confronto tra autori e lettori. “Una serie di vicissitudini mi hanno portato a dare le dimissioni da amministratore delegato nell’azienda in cui lavoravo. Un po’ per caso sono capitato davanti ad una libreria e l’ho rilevata. Qui dentro entrano i libri che scelgo io".

MATTEO PERIN HA DATO LE DIMISSIONIDA TOP MANAGER DI UNA GRANDE AZIENDA PER FARE IL LIBRAIO

"Questa è una libreria indipendente e lo rivendichiamo con fierezza. Per dare un’idea della mole di lavoro di selezione che c’è dietro a un posto come questo basta dire una cifra: 8mila". È il numero di volumi che hanno passato l’esame meticoloso del libraio e che sono contenuti tra le mura di Ca’libro. “Mi piacciono i libri che hanno un contenuto di grande qualità - aggiunge l'ex top manager -. Per trovarli lavoro molto con gli editori. Sono soddisfatto quando trovo quel libro che è un’opera d’arte”. Le logiche delle grandi case editrici obbediscono a un mercato molto numeroso, "hanno target ben precisi - racconta Perin - mentre quelle più piccole obbediscono a logiche differenti. Magari hanno prezzi maggiori ma hanno anche contenuti e vesti grafche più studiate, particolari e curate: ecco, a me quel tipo di editoria piace molto”. 

UNA CONFERENZA A CA' LIBRO IN VIA COSTA 17 A CIRIE'

Per portare al cliente finale questo genere di libro c’è bisogno di un lavoro di selezione maggiore: “Spetta al libraio verificare la qualità dei prodotti. Cosa ben diversa se l’editore è, per esempio, Einaudi; in quel caso sappiamo già che a priori c’è un grandissimo lavoro e una scelta meticolosa alle spalle del volume”. Il progetto imprenditoriale che Matteo aveva in testa non prevedeva solo la selezione di libri di qualità, ma anche la creazione di uno spazio, la libreria, che non fosse riducibile a puro contenitore di volumi. Doveva essere qualcosa di più: una libreria di quartiere. Anzi, viste le dimensioni demografiche di Cirié, di paese. 

AL LAVORO IN LIBRERIA

“L’idea della libreria di quartiere nasce per far sposare il valore culturale dei libri con l’umanità e con l’empatia: mi piace pensare che il mio negozio possa essere un punto di incontro per le persone, e oggi questa scelta paga, non solo da un punto di vista economico". Dunque,  in questo Paese fanalino di coda per numero di lettori, “C’è ancora una buona fetta di insegnanti ed educatori, ma anche di young adult, che credano nel potere della lettura e dei libri. Mi aspetto quindi che le generazioni che verranno saranno molto più sensibili rispetto a questo tipo di argomento, almeno lo spero. Io l'ho fatto e lo ripeto, sono felice”.





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