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Domenica 19 novembre

L'aurora boreale ha infuocato il Canavese fino a Torino (TUTTE LE FOTOGRAFIE)

Dalle 6,45 fino alle 7,30 è stato possibile ammirare il fenomeno, uno spettacolo unico, ma sempre più frequente

L'aurora boreale ha infuocato il Canavese fino a Torino (TUTTE LE FOTOGRAFIE)

In una manciata di secondiil cielo si è colorato di rosa in tutto il Canavese, da Ivrea a Cuorgné e fino a Torino. Domenica mattina, 19 novembre, dalle 6,45 fino alle 7,30 è stato possibile ammirare l'aurora boreale, uno spettacolo unico ma sempre più frequente.  «Le aurore boreali sono un fenomeno che fa parte del tempo meteorologico spaziale, il cosiddetto “Space Weather”» spiega Roberto Cremonini, coordinatore dei meteorologi Arpa Piemonte. 

«È un fenomeno che si caratterizza per l’interazione tra particelle e campo magnetico terrestre» prosegue. Non ha nulla a che fare con l’inquinamento dell’aria dunque? «Assolutamente no» rassicura l’esperto. «L’attività solare ha una sua ciclicità - prosegue -. Ogni ciclo dura circa 11 anni e quello che stiamo vivendo è un momento in cui il sole sta andando verso il picco della sua attività». Questo significa che la radiazione è più intensa del solito. «Vale a dire che vengono espulse più particelle che viaggiano verso la Terra» chiarisce Cremonini. «Protoni, elettroni e particelle cariche si muovono nello spazio e interagiscono con il campo magnetico generato dal nostro pianeta».

Anche in periodi di minor attività solare, assistiamo a un flusso di particelle cariche che regolarmente partono dal Sole e si dirigono verso la Terra. Si tratta del fenomeno del “vento solare”, che in questo periodo appare più intenso. «Questo vento ha aumentato di molto il flusso delle particelle e la loro velocità» fanno sapere ancora dall’Arpa. «La loro interazione è stata più forte e quando succedono questi eventi si osservano le aurore anche a latitudini basse». La tempesta solare era così forte che all’interno del Circolo polare artico l’aurora si è vista anche durante il giorno, cosa che avviene non più una volta ogni dieci anni. Per “inseguire” l’aurora esistono diversi siti.

Sulla piattaforma dello Space weather prediction centre ad esempio, si più osservare con chiarezza l’andamento del fenomeno. «Potrebbe anche ricapitare di vederla alle nostre latitudini» ipotizza ancora Cremonini. «Bisogna tenere d’occhio l’intensità delle interazioni tra vento solare e campo magnetico terrestre» conclude l’esperto. Tutto quello che può fare l’uomo di fronte a questi eventi è meravigliarsene.

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