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Tensioni in Medio Oriente
17 Gennaio 2024 - 10:46
Il canale di Suez non è più sicuro e non solo per le navi battenti bandiera statunitense. Lo dimostra il caso del cargo greco con bandiera maltese colpito da un missile, ieri. E mentre Nasruldeen Amer, portavoce dei miliziani Houthi yemeniti, vicini all’Iran, fa sapere che le navi Usa che traversano il Mar Rosso saranno prese di mira - “Non devono necessariamente essere dirette in Israele per essere prese di mira. È sufficiente che siano americane”, ha detto ad Al Jazeera - l'Europa e ovviamente l'Italia si interrogano sui rischi per le forniture di greggio, componenti per l'industria automobilistica e alimentari, con possibili rincari sulle bollette. Vediamo qual è la situazione.
Tesla si ferma, Stellantis usa gli aerei
Secondo i dati di S&P Market Intelligence, l’Asia negli ultimi dodici mesi ha rappresentato il 67% delle importazioni di componenti per batterie per l’auto elettrica e poco più di due terzi delle spedizioni di batterie agli ioni di litio. Proprio a causa di questa situazione di tensione, Tesla ha di recente bloccato la produzione nella sua fabbrica in Germania, per la mancanza di componenti. Così come la Volvo.
Mentre BMW, Volkswagen e Renault monitorano la situazione, senza lamentare al momento problemi per la produzione, Stellantis gioca d'anticipo e bypassa il Canale: "Stellantis ha adottato misure adeguate per compensare il prolungamento temporaneo di alcune rotte per le navi, che hanno dovuto cambiare percorso, utilizzando in qualche limitato caso il trasporto aereo" hanno fatto sapere dal Gruppo.
I costi dei trasporti aumentano
Un articolo dell'agenzia Gea, questa mattina, spiega che "i tassi di rischio di guerra sono aumentati di 10 volte nelle ultime settimane, raggiungendo circa l’1% del valore di una nave. Ciò implica che una nave del valore di 100 milioni di dollari potrebbe dover pagare fino a 1 milione di dollari per attraversare il Mar Rosso. Grande attenzione poi sul trasporto di Gnl - il gas naturale liquido - che sarà influenzato, ha detto il primo ministro del Qatar, stimando che gli attacchi americano-britannici non fermeranno gli attacchi dei ribelli Houthi nello Yemen mentre comunque il prezzo cala di un altro punto percentuale ad Amsterdam a 295 euro per megawattora a causa della scarsa domanda e degli stoccaggi pieni sopra la media. 'Il Gnl è come tutti gli altri carichi mercantili, sarà colpito dalla pericolosa escalation' in questa zona marittima essenziale per il commercio mondiale, ha dichiarato Mohammed ben Abdulrahmane Al-Thani durante il Forum economico mondiale di Davos.
I rischi per l'Italia
Secondo l'associazione Assoutenti, le tensioni in Medio Oriente "rischiano di avere ripercussioni dirette sui consumatori italiani, attraverso una serie di rincari di prezzi e tariffe che potrebbero interessare diversi settori e costare centinaia di euro alle famiglie". Il presidente Gabriele Melluso infatti spiega che la rotta di Suez "è strategica per l'Italia, vi transita il 40% del nostro import-export marittimo per un totale di 154 miliardi di euro". Il calcolo, basandosi su benzina e bollette, è di 400 euro l'anno di aumenti per famiglia.
Zucchero, verdura e alluminio
Sempre l'articolo dell'agenzia Gea spiega che "dalla crisi del Mar Rosso, passaggio cruciale per circa il 12% del commercio mondiale di petrolio via mare, potrebbe subire cambiamenti significativi anche l’offerta di greggio, ma al momento non c’è questo pericolo, come dimostra un andamento stabile delle quotazioni in questi ultimi giorni. La vera preoccupazione scatterebbe se la tensione coinvolgesse lo Stretto di Hormuz, tra penisola arabica e Iran. Discorso diverso per il resto delle merci: l’80-90% delle navi portacontainer sulla rotta di Suez ha cambiato rotta, decidendo di circumnavigare l’Africa passando dal capo di Buona Speranza, aumentando le tariffe e aggiungendo settimane ai tempi di consegna, anche perché ad aggravare la situazione ci sono i limiti di transito nel Canale di Panama a causa del basso livello dell’acqua. In soli due mesi, Platts Container Rates ha registrato un +425% delle tariffe".
Questi aumenti sono "a livelli mai visti dai tempi della pandemia di coronavirus. La rivoluzione delle rotte che impatta direttamente sul settore dei metalli, con aumenti dei costi di trasporto che dovranno essere riflessi nei prezzi finali dei prodotti. L’industria dell’alluminio è particolarmente sensibile, con premi che sono già aumentati del 10-15% a Rotterdam".
Quindi, "l’Europa, che dipende fortemente dalle importazioni di alluminio, si trova in una posizione delicata, specialmente considerando la riduzione della produzione interna e l’alto costo energetico a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Sul fronte agricolo ci sono invece diverse raffinerie di zucchero autonome nel Mar Rosso che potrebbero avere più difficoltà ad esportare zucchero bianco raffinato containerizzato e ciò potrebbe potenzialmente portare a un deficit di offerta. Se il blocco di Suez persistesse e portasse a maggiori ritardi, gli agricoltori potrebbero vedere infine aumentare i costi dei fattori di produzione, ovvero prezzi più alti del diesel e dei fertilizzanti. Nell’immediato, sul fronte export, l’allungamento delle rotte dei trasporti marittimi verso oriente mette a rischio le consegne dei prodotti deperibili come la frutta e la verdura con la perdita di fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare, sottolinea Coldiretti. Le esportazioni nazionali di frutta e verdura Made in Italy dirette in medio oriente, India e sud est asiatico ammontano a quasi mezzo miliardo e scontano un aumento dei costi di trasporto stimabile in 6/7 centesimi per ogni chilogrammo che incide sulla competitività delle imprese nazionali".
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