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Il caso

Aleksei Navalny: un eroe che sfida Putin oltre la vita

La voce che grida giustizia dal Gulag al mondo

Il dissidente

Aleksei Navalny

Aleksei Navalny

Aleksei Navalny è morto in un gulag. Era l’ultimo grande nemico di Vladimir Putin, il cui destino ha scosso le coscienze del mondo intero e riacceso i riflettori sulla questione dei diritti umani in Russia. Sembrava che in Russia questi metodi fossero finiti, insieme al comunismo, nella pattumiera della storia. Invece al mondo tocca assistere ad una riedizione dei tempi feroci del leader sovietico Leonid Breznev: persecuzione dei dissidenti, l’arcipelago Gulag, la paura tra la gente, le delazioni, la censura, le guerre di aggressione, il potere assoluto dei servizi segreti di cui Putin è stato ufficiale (KGB oggi ribattezzati FSB).  Aleksei Navalny è morto nella colonia penale Ik3, nella regione Yamalo-Nenets, oltre il circolo polare artico. Secondo il Fsin, il servizio penitenziario federale russo, la morte sarebbe avvenuta dopo la sua ultima passeggiata.

Il dissidente con la moglie Yulia Navalnaya

Un comunicato che ha gelato l'Occidente e ha lasciato l'opposizione russa senza parole. Da Sacharov a Solgenijtsin a Politkovskaya, fino a Navalny, la storia dell'opposizione in Russia è costellata di figure coraggiose e spesso tragiche. Essere un dissidente in un Paese dove un pensiero non conforme può essere considerato un atto sovversivo non è un compito da poco. Eppure, Navalny ha accettato questa sfida, mettendo alla prova il potere del Cremlino e diventando una spina nel fianco di Putin. La morte di Navalny non è solo la fine di un uomo, ma la sconfitta di un'idea di Russia diversa, più libera e democratica. Navalny, sopravvissuto al veleno Novichok e al carcere duro, ha combattuto fino all'ultimo per i diritti dei suoi connazionali.  La notizia ha scatenato una marea di reazioni, sia in patria che all'estero. Ufficialmente, si parla di una "sindrome da morte improvvisa", ma i collaboratori e la famiglia dell'oppositore non hanno dubbi: "È stato assassinato".  

In ospedale dopo il tentativo di avvelenamento

L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno inchiodato il Cremlino alla responsabilità della morte del dissidente. Ma questa condanna difficilmente porterà a un cambiamento concreto nelle relazioni tra Occidente e Russia anche se inevitabilmente la ferma condanna dei ministri del G7 potrebbe preludere a ulteriori tensioni nelle relazioni tra Mosca e l'Occidente. In un documento del 2022, Navalny esortava i suoi sostenitori a non mollare mai. "Se decidono di ammazzarmi vuol dire che siamo incredibilmente forti. Dobbiamo utilizzare questo potere". Navalny è stato un eroe, un combattente per la libertà che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la corruzione e l'autoritarismo, che sono i cascami della storia tragica della Russia. La sua morte è una perdita per la Russia, per l'Europa e per il mondo intero.

Un gulag della Russia putiniana

Ma la sua vicenda, il suo coraggio e la sua determinazione saranno di ispirazione per le future generazioni , in Russia e non solo. Sulla scia della morte di Navalny, è emersa una protesta silenziosa ma potente. Oltre 200 persone sono state arrestate in diverse città russe durante le manifestazioni in memoria del dissidente. Nel frattempo, in numerose città del mondo, davanti alle ambasciate russe, sono sorti memoriali spontanei in suo ricordo.  

L'ingresso di un carcere di massima sicurezza e Vladimir Putin

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