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L'udienza

Crollo della gru, via al processo: chi è accusato e quanto ha già pagato alle famiglie delle vittime

Ci sono cinque imputati - Le loro assicurazioni hanno versato un risarcimento

Crollo della gru, via al processo: chi è accusato e quanto ha già pagato alle famiglie delle vittime

Il giudice per l'udienza preliminare, Alfredo Toppino, ha deciso cinque rinvii a giudizio per il crollo della gru nel cantiere di via Genova che il 18 dicembre 2021 costò la vita a tre operai: Roberto Peretto, 52 anni di Cassano d’Adda (Milano), Marco Pozzetti, 54enne di Carugate (Milano), e Filippo Falotico, 23enne di Coazze. Il processo si aprirà il 4 dicembre.

Gli imputati sono dirigenti e tecnici di aziende che si occupavano dei lavori: si tratta di Enrico Calabrese, ex titolare dell’omonima ditta, Federico Fiammengo (titolare della società edile appaltatrice dei lavori di rifacimento del palazzo), Roberta Iandolino (coordinatrice della progettazione e dell’esecuzione dei lavori), Stefano Sprocatti di Locagru e Mirzad Svraka (il manovratore che quella mattina stava pilotando il braccio dell’autogru). I loro legali hanno chiesto il "non luogo a procedere" e hanno scelto di non ricorrere a riti alternativi

I familiari delle vittime sono stati risarciti, con una cifra complessiva di 1 milione e mezzo di euro, e hanno ritirato la costituzione di parte civile. Resta nel processo come parte civile l'associazione Sicurezza e Lavoro insieme ai sindacati edili FenealUil e Fillea Cgil, all'Inail e al Comune di Torino. Così come Pier Luigi Erre, la persona colpita dalla gru mentre era in auto, presente stamattina in aula. «Si è miracolosamente salvato ma nei suoi confronti sinora non sono mai state formalizzate ipotesi transattive per risarcirlo» ha detto in aula il suo avvocato, Massimo Davi.

«Siamo contente che ci sia stato il rinvio a giudizio per tutti gli imputati - hanno dichiarato Roberta Varotti (moglie di Marco Pozzetti) e Clarissa Vetri (compagna di Roberto Peretto) - Saremo in aula per le prossime udienze. Ci sono imputazioni precise che il pubblico ministero Giorgio Nicola ha già ribadito».

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