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Battesimo del fuoco sul Mar Rosso
03 Marzo 2024 - 18:37
Il Caio Duilio
Il messaggio del cacciatorpediniere Caio Duilio in pattugliamento sullo stretto di Bab el-Mandeb è secco: «Attacco Houthi, abbattuto drone, era a 6 miglia dalla nave». Si consuma così nel pomeriggio di sabato il battesimo del fuoco tra la nostra marina miliare e la milizia integralista sciita che ha sconvolto il commercio marittimo mondiale, attaccando con missili, droni e abbordaggi i mercantili nel Mar Rosso. La bomba volante è stata distrutta grazie ai sofisticati computer che hanno seguito la sua traiettoria dalle coste dello Yemen e innescato i cannoni a tiro rapido da 76 millimetri che fanno della Caio Duilio, un «baluardo infallibile nella difesa antiaerea». Non a caso questo cacciatorpediniere lungo 150 metri, largo 20, con una autonomia di 6 mila miglia e con un equipaggio di 195 uomini, assumerà il comando della Missione Aspides non appena arriverà il via libera dal Parlamento.
LOSCENARIO DELL'ATTACCO DELLA MISSIONE ASPIDES
Intanto sotto la guida del contrammiraglio Stefano Costantino, 53 anni, che è già sulla tolda di comando, la Caio Duilio pattuglia il Mar Rosso. Non a caso forse questo gioiello della Marina che vanta 5 cannoni a lunga gittata Oto Melara, 6 postazioni di lancio di missili Aster e 2 lanciasiluri, al tempo del varo il 23 ottobre del 2007, ha fatto proprio il nome del console romano che nel 260 avanti Cristo fece costruire un’armata di 120 navi per contrastare la flotta dei Cartaginesi. Storia e tecnologia sembrano fondersi in questa emergenza che vede l’Italia impegnata sui fronti di guerra contro terroristi addestrati e finanziati dall’Iran. «Non siamo lì - ha detto il ministro della Difesa Crosetto - per fare azioni di guerra, ma per difendere le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse l’unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo che per noi sono vitali». Il messaggio alla politica nostrana è chiaro.
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