l'editoriale
Cerca
Chiesa, costume e società
15 Marzo 2024 - 11:42
Il portavoce e l'Arcivescovo
Gli interventi del radicale Marco Cappato da una parte e la possibilità che le Regioni (Piemonte compreso), possano legiferare in materia di fine vita e, più precisamente riguardo il suicidio assistito, preoccupano la diocesi torinese, così come la Chiesa italiana. Una Chiesa forse troppo silente, almeno nell’ultimo periodo, riguardo i temi etici, ma che ha deciso di parlare (e scrivere a chiare lettere), non solo ciò che prescrive il Magistero, ma quanto più di assennato si possa pensare in materia. A parlare dal “Santo Volto” è il portavoce del vescovo e direttore del “La Voce del Tempo” (organo di informazione della diocesi), Alberto Riccadonna.
ALBERTO RICCADONNA PORTAVOCE DELL'ARCIVESCOVO
«Sul suicidio assistito - spiega in un editoriale - il Parlamento per ora non ha legiferato. Ed è completamente privo di serietà, in Piemonte e in altre Regioni d’Italia (Veneto, Emilia Romagna), il tentativo di imboccare scorciatoie e legiferare a macchia di leopardo, ponendo i cittadini in condizioni di diseguaglianza sul tema fondamentale della morte». Riccadonna aggiunge: «Undicimila firme sono state raccolte dall’Associazione Luca Coscioni per chiedere che la Regione Piemonte riconosca il diritto al suicidio medicalmente assistito. La proposta di legge piemontese, potrebbe essere messa ai voti del Consiglio regionale nei prossimi giorni ed è francamente una prospettiva inquietante. Lo facciamo osservare - precisa il direttore -, al di là delle opinioni sulla difesa della vita: con quale serietà si propone che le Regioni d’Italia decidano sulla soppressione della vita umana ciascuna per proprio conto, in ordine sparso, regolando diversamente la morte dei piemontesi rispetto a quella dei siciliani o degli abruzzesi?». L’editoriale di Riccadonna, commentato anche ieri nei corridoi ormai semi vuoti di Palazzo Lascaris (la campagna elettorale è ormai alle porte), potrebbe apparire, ma solo se lo si considera in maniera superficiale, una “chiamata alle armi” per i cattolici impegnati in poli-tica sui temi non negoziabili.
L'ARCIVESCOVO DI TORINO ROBERTO REPOLE
«Conviene ricordare, al di là degli slogan - scrive Riccadonna - , che oggi in Italia non esiste alcun diritto al suicidio assistito», e ricorda la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale e la presa di posizione dell’Avvocatura dello Stato che «impugnerebbe le leggi regionali per difetto di competenza» e quella dell’Ufficio legale della Regione Piemonte che «mette in guardia dai provvedimenti incostituzionali». Il portavoce dell’arcivescovo conclude il suo editoriale con una domanda: «Ce n’è abbastanza per fermare il treno e aspettare il Parlamento, l’istituzione indicata dalla democrazia. Ma prevale il ragionamento o la propaganda?». Nei giorni scorsi Marco Cappato a Torino aveva dichiarato: «La nostra è una legge che abbiamo depositato quasi otto mesi fa per dare tempi certi sul fine vita alla persone, perché non siano costretti ad aspettare mesi - se non anni- per attuare il diritto a morire senza soffrire». E, nonostante la proposta di legge sia stata firmata da 12mila piemontesi, «il Consiglio regionale rischia di sciogliersi prima che sia stata discussa in aula. Noi lanciamo un ultimo appello ai consiglieri: non girate la testa dall’altra parte, sarebbe da irresponsabili e minerebbe la credibilità delle istituzioni». Ma l’appello della curia, suggerisce più miti e assennate pretes, per scongiurare blitz proprio in “zona Cesarini”.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..