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LA REAZIONE

Meloni contro l'Università di Torino: «Decisione preoccupante»

L'intervento dopo la decisione di sospendere un bando di cooperazione Italia-Israele. Dure dichiarazioni anche dalla Comunità Ebraica

Meloni contro l'Università di Torino: «Decisione preoccupante»

Giorgia Meloni

«Considero preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare a un bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi». Così la premier Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera, durante la replica nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Una risposta decisa dopo la mozione approvata a maggioranza dal senato accademico di UniTo in cui si chiedeva di sospendere il bando Maeci 2024 Italia-Israele, «visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza». Una decisione presa contemporaneamente all’invasione dei collettivi universitari nell’aula.

La premier ha espresso preoccupazione anche per l’antisemitismo. «Considero grave e preoccupante - ha aggiunto - l'ondata di antisemitismo dilagante anche nella nostra opinione pubblica, soprattutto quando coinvolge le istituzioni».

Contro la decisione del senato accademico si è schierata anche la Comunità Ebraica. In particolare il rabbino capo di Torino, Ariel Finzi, che ha giudicato «molto grave ciò che è successo all’Università». Duro il commento anche della presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni: «Ormai si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga. Facciamo un appello a Meloni, a Bernini e alla presidente della Crui Iannantuoni, affinché la definizione dell' International Holocaust Remembrance Alliance sull'antisemitismo sia recepita a pieno da tutte le Università italiane. Chiarendo in modo lapidario che ogni forma di boicottaggio e demonizzazione, sono antisemitismo. L'Università italiana non si può piegare alle irruzioni e alle distorsioni».

E proprio il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, in mattinata non ha fatto attendere una propria presa di posizione. «Quella dell'Università di Torino è una decisione che non condivido seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli Atenei. È triste che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle Università che ha come titolo: porte aperte. Ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle», ha affermato l'esponente di governo, ritenendo poi ogni forma di esclusione o boicottaggio «sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei, da sempre ispirata all'apertura e all'inclusività».

Dalla maggioranza di centrodestra, analoghe reazioni sono arrivate dalla Lega: «Chiediamo una convocazione urgente della Commissione Segre al fine di intervenire per stigmatizzare la decisione dell'Università di Torino. Ci hanno insegnato che gli orrori nella storia sono frutto dell'indifferenza, noi non vogliamo essere indifferenti», ha affermato il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

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